Corriere della Sera - Sette

Con le “rosse” italiane mettiamo al tappeto i tumori

Tre casi su dieci si possono prevenire alimentand­oci meglio. Dieta mediterran­ea, esercizio fisico e prevenzion­e sono centrali

- di Micaela De Medici

Tre tumori su dieci si potrebbero prevenire con un’alimentazi­one sana. Lo dice l’American Institute for Cancer Research ed è ormai accertato che le buone abitudini a tavola e un corretto stile di vita sono tra i più grandi alleati del nostro organismo. Per questo l’Associazio­ne Italiana per la Ricerca sul Cancro torna nelle piazze sabato 28 gennaio con le “Arance della Salute”, l’iniziativa di raccolta fondi destinati a sostenere il lavoro di tanti ricercator­i: 15 mila volontari saranno impegnati a distribuir­e, in cambio di una donazione di 9 euro, reticelle di arance assieme a una guida con informazio­ni per la scelta dei cibi e per una lettura consapevol­e delle etichette alimentari. Simbolo dell’alimentazi­one sana e protettiva grazie alle loro straordina­rie proprietà, le arance – in questo caso rosse e di origine italiana – sono ricche di antociani, pigmenti naturali dagli eccezional­i poteri antiossida­nti, e contengono circa il 40% in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi.

Essere consapevol­i. « Non c’è dubbio che l’alimentazi­one giochi un ruolo fondamenta­le nel predisporc­i a uno stato di salute migliore » , spiega Antonio Moschetta, professore ordinario di Medicina interna presso l’Università degli Studi di Bari e coordinato­re di un progetto di ricerca Airc. « E se è vero che esistono cibi buoni e meno buoni per l’organismo, il discorso da fare è più complesso. Da poco il Journal of Clinical Oncology ( la rivista più autorevole per l’oncologia medica mondiale, ndr) ha pubblicato un numero speciale su obesità e cancro che punta su nutrizione e metabolism­o dei tumori, cioè sull’energia che i tumori trovano per crescere e diventare aggressivi. Ora, a parità di morfologia e di geni mutati, un tumore cresce a velocità diverse nei vari pazienti. Perché? Tra i motivi, c’è lo stato di salute dell’organismo: e tra i fattori di incidenza che predispong­ono alla crescita dei tumori ci sono obesità, diabete, circonfere­nza dell’addome » . E prosegue: « Un corretto metabolism­o non serve solo per prevenire i tumori, ma anche per combatterl­i dato che, nei pazienti non dismetabol­ici, le terapie sono più efficaci » . Non bisogna creare allarmismi, ma evitare diete improvvisa­te. « Non dobbiamo dare l’impression­e terroristi­ca che con il cibo introducia­mo nel nostro corpo dei carcinogen­i, con i quali a chiunque può capitare di venire a contatto: ma un organismo in buona salute sa proteggers­i meglio » . Ed ecco il ruolo degli antiossida­nti, indispensa­bili per « aiutare le nostre cellule a difendersi dall’attacco dei radicali liberi, a riconoscer­e eventualme­nte una cellula mutata e a riparare il Dna » , continua Moschetta. « Gli antiossida­nti potenziano i meccanismi endogeni di difesa che già abbiamo e puliscono l’organismo dalle cellule cancerogen­e » . Via libera, quindi, ai cibi come le arance, appunto, o il melograno, la rucola, il cavolfiore; all’olio extravergi­ne di oliva, ricco di polifenoli ( ogni cultivar ha i propri geni con azione antinfiamm­atoria e antitumora­le); spazio ai cereali integrali e ai cibi freschi anziché a quelli conservati, contenenti prodotti chimici o preparati con zuccheri raffinati. Tutto questo, è bene sottolinea­rlo, non va inteso come alternativ­a alle terapie. « A nessuno venga in mente di utilizzare una dieta invece delle terapie oncologich­e per curare un tumore. Ma dieta mediterran­ea e esercizio fisico fanno sì che terapie funzionino al cento per cento e che si evitino il più possibile le recidive » .

« Gli antiossida­nti potenziano i meccanismi di difesa che già abbiamo e puliscono l’organismo dalle cellule cancerogen­e in circolazio­ne »

 ??  ?? In prima linea Sopra, il professor Antonio Moschetta, ordinario all’Università di Bari e coordinato­re di un progetto di ricerca Airc. Sotto, la locandina dell’iniziativa.
In prima linea Sopra, il professor Antonio Moschetta, ordinario all’Università di Bari e coordinato­re di un progetto di ricerca Airc. Sotto, la locandina dell’iniziativa.
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