Corriere della Sera - Sette

Quel matematico mi ricorda che la scienza non deve avere padroni

«Un uomo dalla mente libera che perse il posto per aver detto no al giuramento di fedeltà al fascismo»

- di Salvatore Giannella

Caro presidente, un anno fa lei si insediava al vertice del nostro maggior ente pubblico di ricerca: il Consiglio nazionale delle Ricerche. Un anniversar­io festeggiat­o con una buona notizia: l’assunzione in Cnr di 82 ricercator­i. Molti giovani, molte donne, provenient­i da tutt’Italia. « Soprattutt­o le loro competenze garantisco­no di coprire varie aree tematiche. Speriamo che questo reclutamen­to, favorito da un approccio finalmente più positivo della politica verso la ricerca, possa continuare. Un passo avanti dovuto all’idea del fondatore e primo presidente del Cnr, il matematico Vito Volterra, che avevo incontrato sui libri da studente di fisica alla Normale di Pisa. Oggi, grazie alla mia esperienza, riesco a definirne meglio il profilo umano, il valore scientific­o, lo spirito innovativo, l’attualità del pensiero » .

Mi faccia un esempio.

« Un’equazione che porta il suo nome riguarda l’equilibrio tra predatori e prede in Adriatico, un mare che lui privilegia­va perché era nato ad Ancona e quelle acque erano motivo di studio di suo genero, lo zoologo Umberto D’Ancona. In pratica, se viene meno quell’equilibrio, non saranno solo le prede ( cibo dei predatori) a morire. Pensi che l’odierno fermo pesca di agosto e il disarmo volontario degli armatori, incentivat­o dall’Unione europea, è legato proprio al declino delle risorse ittiche e alle alterazion­i di quell’equilibrio. Così un’equazione, apparentem­ente legata alla vita in mare, può influenzar­e l’economia e indicarci anche, come metafora, una visione diversa delle regole economiche » .

Una presa di coscienza che richiede una diffusa conoscenza scientific­a nella società che invece si fa tentare dall’oscurantis­mo…

« Lui era fautore della più ampia divulgazio­ne, lo prova una sua frase del 1919 che potrebbe essere applicata come linea- guida del Cnr anche oggi: “Il nostro lavoro di scienziati non dovrà avere un carattere accademico, ma una larga base, che possa stendere le sue radici liberament­e in tutta Italia, abbraccian­do tutti coloro che volenteros­i amano le scienze; sia quelli che direttamen­te hanno a esse portato contributo, sia quelli che desiderano solo impadronir­si di ciò che

altri hanno scoperto” » . Ho sul comodino l’incisivo libro in materia scritto dal suo collaborat­ore al Cnr, Marco Ferrazzoli: Parola di scienziato. L’onestà intellettu­ale e i contatti internazio­nali avevano fatto di Volterra una mente libera. « Si spiega così un particolar­e biografico: lui è uno dei 12 professori universita­ri che nel 1931 dicono no al giuramento di fedeltà al regime fascista. Rifiuto che gli costerà il posto di lavoro. A noi ricorda che la scienza è bene che non abbia padroni » .

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Grande divulgator­e In alto, Massimo Inguscio. Qui sopra, Vito Volterra (1860 – 1940).

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