L’amore sale in cattedra
Dee, eroi, ninfe, re hanno mutato i loro dolci sentimenti in folle ferocia
La bellezza e la ferocia. Sono i due elementi opposti che confliggono nel nuovo libro di Paola Mastrocola, L’amore prima di noi ( Einaudi, pp. 318, 19,50 euro) conferendogli un fascino perturbante. La bellezza non è solo fatto fisico ampiamente raccontato a proposito di molti dei personaggi femminili: come le tre dee, Afrodite, Era e Atena, che si contendono « la mela d’oro della discordia » affidata da Zeus all’oscuro principe- pastore troiano Paride ( altro bellissimo) perché la consegni a quella delle tre che ritenga la più bella. O la bellezza di una mortale, Elena, che per lo stesso Paride lascia il consorte, Menelao, re di Sparta, scatenando la guerra fra greci e troiani. Una bellezza che incanta e devasta nel suo solo mostrarsi. Ma, nella trama, si palesa ugualmente con evidenza anche la bellezza d’insieme delle storie narrate: « Un uomo non è niente se non accumula storie » , spiega Ulisse alla ninfa Calipso, che lo vorrebbe con sé per sempre nell’isola di Ogigia. Qui 28 storie che si rifanno tutte ai miti dell’antica Grecia, apparendo nondimeno di una modernità straordinaria e scavando nelle emozioni e nei sentimenti dell’uomo. Miti simili, allora come oggi. È l’amore, che, come dal titolo, pervade ogni racconto: amore segreto o palese, amore delicato o amore folle che conduce alla distruzione e alla morte. « L’amore è lontananza, si nutre di distanze impercorribili » , come nel caso di Orfeo ed Euridice, ma è anche attesa, poiché « il piacere non è l’istante: è ciò che proietta in avanti il tempo, diventando desiderio » . L’amore è nell’uomo e come l’uomo, fatto di carne e di sogni. E per contro, assieme all’amore, sfilano nel libro le ombre che invadono l’animo. Il sentimento del tempo: « Non è dato sapere il lungo svolgersi del nastro che chiamiamo tempo, e che ci conduce a morte » . Il dolore e la disperazione: quelli provati da Arianna, abbandonata da Teseo su una piccola isola deserta. E l’angoscia di Admeto, re di Fere, allorché « la prima notte di nozze trova un nido di serpenti nel letto » , tanto che da quel momento non sa più vivere. La paura: del destino che incombe su ognuno di noi, perché, forse, la vita « non è altro che attendere che la vita passi » ; perché, come il bel Narciso, siamo solo « un’immagine sull’acqua, un disegno che si perde… » . La paura della vecchiaia e della fine, « quando il tuo corpo lentamente ti abbandona » . È un libro, dunque, fortemente esistenziale, che può anche, con la magia della narrazione, in una lettura a scuola, consentire riflessioni su ciò che si agita dentro il profondo di ognuno. Fino all’estremo opposto dell’amore, la ferocia. Per il fatto che L’amore prima di noi è anche storia di vendette e di sangue: lo si veda quando, caduta Troia, Elena ritrova Menelao e lo aiuta a uccidere Deifobo, diventato, dopo la morte di Paride, « il suo nuovo sposo » . « Menelao gli taglia il naso e le orecchie, gli sfigura il volto. E si riprende Elena » . Ferocia che è di allora e di oggi, immutata nel nostro triste drammatico presente.
Nel libro di Paola Mastrocola ci sono 28 storie che si rifanno tutte ai miti dell’antica Grecia, mostrando una modernità straordinaria