Una caverna in un deserto e gli occhi di una bambina

Una caverna nera, in un deserto nero, dei soldati vestiti di bianco avanzano in cerca di qualcuno. Sono armati e hanno l’aria minacciosa. La macchina da presa carrella lentamente in avanti in cerca di un indizio che nessun altro possa cogliere. Il punto di vista è inusuale, più basso del normale. Sorvola le rocce, passa attraverso i piedi di alcuni militari e si inoltra nell’antro fino a giungere ad una piccola sporgenza. Più si avvicina e più incominciamo a coglierne i dettagli e le venature. Infine, una piccola spaccatura e dentro di essa due occhi di bambina. Sono neri, fieri, immobili, pietrificati dalla paura. Si accorge della presenza del nostro sguardo e svanisce nel profondo. L’inquadratura avanza ed entra nel taglio della roggia, prosegue per un cunicolo verso il basso fino a giungere in fondo, dove scova la piccola fuggiasca che guarda verso di noi in attesa di essere scoperta. Il silenzio è lungo ed allarmante. Udiamo solo il suo respiro affannato, fino a quando la botola che la nasconde si apre facendo penetrare la luce e mostrandoci per la prima volta il suo volto. Sulle sue gote il coraggio ha vinto la paura. Ci chiediamo, con lei, se siano venuti a catturarla o a salvarla? Non importa, perché il suo destino è già scritto, segnato da una forza sovrannaturale che la guiderà in aiuto del suo popolo e di quelli a venire.