Maschere e percussioni per il Carnevale caraibico
A Trinidad e Tobago si festeggia con parate e sfide per scovare il gran maestro del Mas
Il rumore è assordante. È una musica ritmica, densa, potente, prodotta da lattine e cucchiai, coperchi di pentole, pattumiere, vecchie pignatte, padelle, fusti di benzina vuoti. Sono gli strumenti, costruiti con materiali di riciclo, delle steel pan, le bande dei tamburi di latta, i percussionisti che invadono le strade di Port of Spain, piccola capitale della Re
pubblica di Trinidad e Tobago, per il carnevale. Giorni e notti di sfilate, balli, sfide musicali ( oltre ai percussionisti della latta ci sono i suonatori di soca e calypso, genere che è nato proprio qui), processioni di carri allegorici e fuochi d’artificio. Una festa talmente grandiosa da non aver nulla da invidiare al più celebre carnevale di Rio de Janeiro o al Mardi Gras di New Orleans. Con i percussionisti arrivano i Moko Jumbies, le più africane tra le maschere di Trinidad: corrono veloci sulle alte gambe di legno ( bianche, nere, rosse o adorne di piume), portano corone fiorite, gorgiere imponenti, abiti candidi o dai colori sgargianti e hanno il volto impiastricciato di biacca. Fragili e sottili sembrano delle gigantesche gru. Accanto a loro sfilano gli altri personaggi tradizionali del Mas ( la Masquerade, così viene chiamato il carnevale sull’isola): i fancy indians, i nativi americani coperti di piume, perline e decorazioni, il Pierrot Granade, gran maestro delle parole con un costume che è un tripudio di pezze colorate, e i blue devils, i diavoli azzurri con il corpo completamente dipinto d’azzurro, armati di forconi, maschere e ali. Si riversano a migliaia per le strade di Port of Spain, divisi in gruppi ben distinti perché ciascun quartiere cittadino, paesino e angolo di Trinidad ha la sua squadra e sfida le altre sperando di accaparrarsi il titolo di re del carnevale.
Passati i giorni del Mas, la capitale torna a essere una disordinata metropoli caraibica: moderni grattacieli che affiancano case stile tropicale, cattedrali cattoliche accanto ai templi indù, shopping mall e tradizionali mercati delle spezie che riflettono l’anima multietnica dell’isola, dove convivono indiani, africani, francesi, inglesi, spagnoli, cinesi e siriani. Alle spalle della città, Trinidad è una giungla tropicale abitata da macachi, armadilli, ocelot, cinghiali, bufali e una miriade di uccelli tra i quali spiccano gli eleganti iris scarlatti, simbolo del Pa-
ese. A sud dell’isola c’è uno dei posti più curiosi del globo, il Pitch Lake, un grande lago d’asfalto formatosi milioni d’anni fa. Le spiagge più belle invece – Maracas, Las
Cuevas e Manzanilla Beach – sono sulle coste nord e ovest. Uno dei lidi più fotografati di tutti i Caraibi però è nella vicina iso
la di Tobago, più tranquilla e remota della sorella maggiore. È la spiaggia di Pigeon
Point: lagune azzurre, palme e sabbia candida. Più a est nei pressi di Scarborough, il Blue Heaven ( bluehavenhotel. com, doppia da 220 euro) è uno degli alberghi più eleganti dell’arcipelago: con le sue grandi camere in legno bianco, parquet scuro, letti a baldacchino e patio privato è amatissimo dalle star di Hollywood.