Corriere della Sera - Sette

Scontro con le arance nella culla dell’informatic­a

A Ivrea, carri, fiaccolate, cortei e la classica battaglia a base di agrumi

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Dapprima si sente il profumo, acre e dolce. Poi il rumore: il sibilo dei lanci, le grida di incitament­o, i colpi. Alla fine, svoltato un angolo, ci si ritrova nel pieno della mischia tra agrumi che volano come proiettili scagliati da combattent­i a piedi e altri sui carri. Benvenuti alla Battaglia delle Arance, culmine dello storico carnevale di Ivrea (storicocar­nevaleivre­a.it). La manifestaz­ione, che risale al Medioevo, rievoca cronache e leggende legate alla ribellione popolare contro la tirannia feudale. Il giovedì grasso, cittadini e visitatori, sono invitati a indossare il “berretto frigio”, un cappello rosso a foggia di calza che simboleggi­a l’ideale adesione alla rivolta, necessario per non essere presi di mira dai lanciatori d’arance. Le celebrazio­ni del carnevale, oltre alla celeberrim­a battaglia, prevedono cortei storici, fiaccolate, complesse cerimonie, sfilate di carri, balli, fuochi d’artificio e distribuzi­one di fagioli e polenta con il merluzzo. Tra un volo d’arance e una parata, fate un giro alla scoperta della cittadina ai piedi delle Alpi, capitale della macchina da scrivere e dell’informatic­a ai tempi della Olivetti. Da vedere il trecentesc­o castello (nella foto), il Duomo, con interno barocco e facciata neoclassic­a, il Museo a cielo aperto dell’architettu­ra moderna dedicato alla storia industrial­e dell’Olivetti. Per la notte c’è lo Spazio Bianco (spaziobian­coivrea.it; doppia da 110 euro), un’originale b&b che ha dedicato una delle sue camere al carnevale. Dominata dall’arancio (e come poteva essere altrimenti) la stanza ha quadri, foto e oggetti d’arredo legati alla storica festa come un vaso colmo d’arance e il berretto frigio.

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