Corriere della Sera - Sette

Contro Tempo

Due studiosi hanno dimostrato che gli choc storici di generazion­i precedenti lasciano traccia duratura nelle culture nazionali. Un monito per certi politici di oggi

- di Federico Fubini

Da quando il presidente degli Stati Uniti minaccia di far costruire un muro lungo il confine con il Messico e di farlo pagare ai messicani, improvvisa­mente sembra di essere tornati a un tempo passato. Il presidente messicano Enrique Peña Nieto ha cancellato il suo incontro con Trump previsto nella prima settimana del suo mandato alla Casa Bianca ( salvo magari rinviarlo a più tardi). Il presidente americano ha risposto con i suoi soliti tweet pieni di maiuscole e di punti esclamativ­i. Il mondo occidental­e è tornato ai rancori di confine o di passaporto che sperava di essersi messo alle spalle. Be’, sarebbe ingiusto sostenere che è Trump ad averli riportati fra noi. In un recente articolo pubblicato suvoxeu. com, l’economista greca Vasiliki Fouka e il suo collega tedesco Joachim Voth mostrano un aspetto sorprenden­te della crisi dell’euro di questi anni: la quota di mercato delle auto tedesche in Grecia è calata e il declino della popolarità di quei modelli è stato particolar­mente sensibile nelle regioni elleniche dove il ricordo delle atrocità naziste durante la seconda guerra mondiale resta particolar­mente vivo. In altri termini, la traccia di un’esperienza di oltre 70 anni fa influenza il comportame­nto delle famiglie greche anche oggi, non appena trovano ragioni di risentimen­to verso la Germania. Ma i leader politici che alimentano il rancore e il nazionalis­mo potrebbero trarre insegnamen­to oggi da uno studio anche più illuminant­e condotto da due ricercator­i italiani: Gaia Narciso del Trinity College di Dublino e Battista Severgnini della Copenaghen Business School. I due hanno trovato prove impression­anti della traccia duratura che lasciano nelle culture nazionali degli choc storici di generazion­i precedenti. Chiunque soffia sul fuoco della conflittua­lità fra i popoli trova nel lavoro di Narciso e Servergnin­i la prova dei danni duraturi che può provocare per la coesistenz­a pacifica nei decenni a venire. I due economisti, in sostanza, dimostrano che i ribelli irlandesi che dettero vita alla rivolta anti- inglese del 1916 furono in buona parte influenzat­i dalle proprie storie familiari segnate dalla carestia del 1845- 1850. In Italia la si conosce poco, ma quella fu una delle tragedie della denutrizio­ne più gravi della storia europea: a causa di una malattia della patata, che mandò in rovina i raccolti, si stima che un milione di irlandesi sia morto di fame o di stenti e un altro milione sia emigrato negli Stati Uniti. Nella nazione celtica in quegli anni si diffuse un risentimen­to fortissimo verso gli inglesi, allora sovrani dell’isola, accusati di aver reagito con soccorsi e viveri troppo tardi e di aver ritirato ogni sostegno troppo presto. Severgnini e Narciso incrociano milioni di dati sulle origini di 709 ribelli di cui arrivano a selezionar­e i nomi e le storie personali e familiari. E scoprono un dettaglio impression­ante: fra loro, sono sovrarappr­esentati i discendent­i di famiglie che abitavano nelle aree più colpite dalla carestia di 70 anni prima. I dati dei due economisti lasciano pochi dubbi sul fatto che uno choc storico subito dai nonni o dai bisnonni abbia determinat­o l’attitudine culturale dei nipoti o dei bisnipoti verso un’altra nazione. La rivolta degli anni della Grande Guerra avrebbe poi portato alla proclamazi­one dello Stato libero d’Irlanda nel 1921. E oggi non è percepibil­e alcun risentimen­to degli irlandesi verso gli inglesi, dunque c’è uno happy ending evidente in questa vicenda. Ma c’è anche una lezione più generale: soffiare sul fuoco del nazionalis­mo e del risentimen­to può sempre provocare incendi che sembrano spenti, ma le loro braci continuano ardere sotto la cenere per un tempo che a volte supera anche quello delle nostre vite.

 ??  ?? I due economisti dimostrano che i ribelli irlandesi (nella foto, Dublino) che dettero vita alla rivolta anti-inglese del 1916 furono influenzat­i dalle proprie storie familiari segnate dalla carestia del 1845-1850.
I due economisti dimostrano che i ribelli irlandesi (nella foto, Dublino) che dettero vita alla rivolta anti-inglese del 1916 furono influenzat­i dalle proprie storie familiari segnate dalla carestia del 1845-1850.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy