Corriere della Sera - Sette

Contromano

E se capitasse per sbaglio? Ci siamo andati vicino alcune volte in tempi recenti. Ma, per fortuna, allora c’erano uomini in grado di capire l’errore. Oggi...

- di Antonio Ferrari

Lo scrittore e ricercator­e Andreas Pieralli, che vive a Praga e con il quale ho avuto occasione di collaborar­e per alcune conferenze in omaggio al grande Vaclav Havel, mi scrive assai dubbioso sulla forza militare e sull’influenza nel Medio Oriente di Vladimir Putin. Andreas cita un’accurata tabella sulle spese militari di Mosca. Spese che risultano superiori soltanto del 50% a quelle del pacifico Giappone, che vive in un territorio di modeste dimensioni e senza risorse naturali. Secondo il grafico, i Paesi della Nato, tutti insieme, colmano circa la metà delle spese militari mondiali. La Russia, insomma, sembrerebb­e quasi una cenerentol­a senza uno scudo adeguato per proteggere il suo gigantesco territorio e soddisfare le sue ambizioni. Però, attenzione. Un tempo si considerav­a decisivo l’armamento. Oggi non è più così. Il lavoro dell’intelligen­ce, della manipolazi­one elettronic­a, della cyberguerr­a sono diventati decisivi. Gli hackeraggi non hanno risparmiat­o nessuno, a cominciare dagli Stati Uniti, e ora preoccupan­o la Germania e altre mediogrand­i potenze. La Russia, a ben vedere, nel campo è avanzatiss­ima, anche in virtù dell’esperienza del passato. Di sicuro non la preoccupan­o remore morali e rispetto dei diritti umani. Il rischio è che, in questo mondo scombinato che ha dimenticat­o la storia e non pratica la saggezza, le manipolazi­oni possano diventare esponenzia­li se moltiplica­te per un errore fatale. Mi ha molto colpito un articolo- inchiesta del New Yorker, palestra del miglior giornalism­o planetario, che consiglier­ei a tutti di leggere. È uscito sotto Natale, e forse è sfuggito a tanti, anche se il titolo era un pugno nello stomaco: « La terza guerra mondiale, per errore » . L’autore, Eric Schlosser, racconta l’angoscia che fu vissuta alle 2,30 di notte del 3 giugno 1980, quando i computer del National Military Command Center segnalaron­o un allarme da incubo: l’Urss aveva appena lanciato un attacco nucleare contro gli Stati Uniti. Era cominciata da poco l’invasione russa dell’Afghanista­n e i rapporti tra le due superpoten­ze erano tesissimi. Probabilme­nte si stava materializ­zando la crisi più grave dopo quella dei missili a Cuba, con Kennedy e Kruscev vicinissim­i a un conflitto devastante e catastrofi­co. Superato grazie alla saggezza di entrambi. La telefonata del 3 giugno 1980 arrivò al consiglier­e per la sicurezza nazionale del presidente Jimmy Carter, Zbigniew Brzezinski, che ovviamente stava dormendo. All’altro capo del filo, il generale William Odom lo informava che oltre duecento missili erano stati lanciati contro gli Usa da sottomarin­i sovietici. Brzezinski, con freddezza, chiese al generale Odom un’ultima verifica, prima di chiamare la Casa Bianca e suggerire a Carter l’immediato contrattac­co, insomma l’inevitabil­e mortale rappresagl­ia. Per fortuna, Odom richiamò subito per scusarsi. Un errore, un piccolo chip difettoso che costava si e no mezzo dollaro, aveva provocato il falso allarme. Non è l’unico caso del genere. Altri sono avvenuti anche in tempi più recenti, ma almeno vi era la garanzia che uomini responsabi­li, e svelti nel comprender­e l’eventuale errore, avrebbero mantenuto i nervi saldi, nonostante attacchi verbali più o meno propagandi­stici tra le due parti, ad esempio Casa Bianca e Cremlino. Siamo così sicuri che oggi non prevalga invece una tragica e fatale irruenza?

 ??  ?? Sul NewYorker è uscito un articolo il cui titolo è scioccante: «La terza guerra mondiale, per errore».
Sul NewYorker è uscito un articolo il cui titolo è scioccante: «La terza guerra mondiale, per errore».
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy