Corriere della Sera - Sette

Aiutiamo a rieducare Caino

- di Paola Severini Melograni dirittifon­damentali@gmail.com

Scrive Riccardo Arena nel Manuale dei Diritti che ogni giorno le persone detenute patiscono sofferenze che non sono previste in nessuna sentenza penale di condanna: la violazione delle normative nazionali ed europee è vissuta dal mondo della politica con un atteggiame­nto fatalistic­o ( per alcuni), di fastidio ( per altri), di non celata soddisfazi­one ( per quei politici che ritengono che i diritti dei detenuti siano di serie B) anche se le condizioni di detenzione sono inumane e degradanti. Da qui la violazione dell’art. 4 della Carta Ue. Come ripetono da anni i Radicali, veri paladini del rispetto dell’umanità dei 55 mila ristretti negli istituti di pena italiani: per difendere Abele bisogna rieducare Caino. Le scorse vacanze di Natale alcune migliaia di persone avrebbero dovuto trascorrer­e le feste agli arresti domiciliar­i e i vantaggi per la collettivi­tà sarebbero stati molteplici: risparmio economico per l’amministra­zione, spazi vitali ampliati, maggiori possibilit­à di redenzione del condannato e recupero del diritto all’affettivit­à. Sappiamo che un detenuto costa mediamente 3.500 euro al mese, di questi solo 250 euro sono direttamen­te riconducib­ili alla qualità della vita della persona. Risultato, la maggior parte di coloro che avrebbero potuto terminare di scontare la pena a casa sono rimaste in galera: i dispositiv­i erano esauriti, nonostante il costo stratosfer­ico sia dell’oggetto che del lavoro di controllo. Alla fine di febbraio ci sarà una gara il cui esito chissà quando diverrà operativo. Da questa rubrica vorrei lanciare l’appello ai tanti ragazzi che si intendono di ingegneria informatic­a perché provino a realizzare prototipi economici.

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