Oltre i numeri c’è di più
Le materie scientifiche allenano la mente. Anche alle altre discipline
Se c’è nelle scuole una figura indispensabile e spesso mai abbastanza riconosciuta e ricompensata dallo Stato è quella del vicepreside. È a lui, o a lei, che si rivolgono insegnanti e alunni per le minuzie e le non minuzie quotidiane, le richieste, le lamentele, o, a volte, per domandarne la mediazione nei confronti di un preside difficile ( eufemismo). È lui, o lei, che trotta quotidianamente da una mansione all’altra, risolvendo problemi. Starà con noi per qualche puntata una vicepreside d’eccezione, la professoressa Maria Antonia Cozzi, che ha coperto questo incarico all’Istituto magistrale Maria Gaetana Agnesi di Milano ( ora Liceo Agnesi) dal 1985 sino al suo pensionamento nel 2007. Un bel record, 21 anni ( « un anno, un solo anno, non ho accettato l’incarico: non ero in sintonia col preside che per quell’anno ha retto la scuola » ) . Ma, anche dopo il pensionamento, Antonia ( posso chiamarla familiarmente così, perché è stata la mia vicepreside e la mia ancora di salvezza dal 1985 al 1994) ha continuato e continua ora a occuparsi, con passione e con l’elegante modestia di chi sa far bene il suo lavoro senza esibirlo, di insegnamento e di ragazzi, come vedremo in una prossima puntata. Ma la prima domanda, quella che mi preme di più, è una domanda di cui mi sento in debito nei confronti della rubrica. Per il fatto che, soprattutto negli ultimi tempi, in queste pagine si è discusso sull’importanza del latino e del greco, sul poco conto in cui le discipline umanistiche come formative del mondo interno dello studente vengono considerate nella cosiddetta Buona Scuola. Ma ho trascurato, credo per deformazione professionale, le discipline scientifiche, specialmente la matematica. Guarda caso, Antonia è stata insegnante di Matematica e Fisica. In un certo senso, tutto particolare, lo è ancora, come appunto vedremo. E il quesito che, all’inizio del nostro colloquio, mi sta a cuore soprattutto rivolgerle, è questo: la Matematica è formativa? Vorrei ridare, facendo ammenda, il suo giusto valore alla Matematica, consapevole del fatto che l’insegnante che ho avuto da allievo del liceo classico me ne ha fatto disamorare.
Scegliere il procedimento opportuno. La sua risposta iniziale è sintetica e lineare, priva di ridondanze, come ci si aspetta da una brava prof di Matematica: « Certo, la Matematica è formativa, anzi, molto formativa, perché abitua alla coerenza logica, alla consequenzialità delle informazioni o dei passaggi negli algoritmi. E, inoltre, abitua alla motivazione delle affermazioni; alla precisione del linguaggio; alla chiarezza dell’esposizione; alla lettura del testo, all’individuazione dei dati e delle conclusioni alle quali si vuole pervenire. E, infine, alla scelta del procedimento più opportuno nel caso di più opzioni di soluzione. Vorrei anche sottolineare il fatto che tutte queste competenze sono trasversali a molte discipline, anche in campi diversi da quello scientifico » . Un risposta cartesiana, che procede per idee chiare e distinte. Lo vedremo in dettaglio nel prossimo numero.
«La Matematica è molto formativa: abitua alla coerenza logica, all’uso di un linguaggio preciso, all’ individuazione dei dati, alla lettura attenta del testo»