Accolti da maschere, sciamani e tartarughe.
Così si festeggia il carnevale nelle 88 isole della Guinea Bissau
Gli sciamani hanno il corpo ricoperto di piume e sonagli, gli spiriti degli antenati abitano maschere di legno intagliate – adorne di corna di tori e pinne di squali – le donne, i seni stretti nei gusci delle noci di cocco, ballano scuotendo il saiya, il gonnellino di paglia: a fine febbraio Bubaque, piccola capitale dell’omonima isola delle Bijagos, si riempie di feticci, danzatori, canti e falò. Si festeggia il carnevale, uno dei riti più sentiti in quest’arcipelago a trenta miglia dalla costa della Guinea Bissau, tra l’Equatore e il Tropico del Cancro. 88 isole, di cui soltanto 21 abitate, riserva naturale protetta dall’Unesco, occupate da due parchi, colonizzate da tartarughe marine, ippopotami e migliaia di uccelli dai fenicotteri ai pellicani, alle pittime rosse, alle beccacce. Tra le ultime terre vergini, le Bijagos sono un rifugio per molte specie rare. Marabù, aironi e pellicani sono gli abitanti più numerosi dell’Ilha dos Cavalos, vero e proprio paradiso ornitologico; l’Ilha de Poilao attira ogni anno duemila Chelonia Myda, le tartarughe verdi marine, mentre sull’isola di Orango vivono i rari ippopotami d’acqua salata. L’isola di Bolama vanta la prima capitale della Guinea portoghese: abbandonata nel 1941, quando fu soppiantata da Bissau, conserva il palazzo del governatore dal colonnato neoclassico, grandi viali e piazze vuote, giardini dimenticati dove ora pascolano le capre. In occasione del carnevale delle Bijagos, Il Tucano (tucanoviaggi.com) organizza un tour, dal 21 al 28 febbraio, con quote che partono da 2.755 euro a persona.