Corriere della Sera - Sette

Le spericolat­e acrobazie delle donne

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Elisabeth Thible saliva tra le nuvole gorgheggia­ndo con l’amico-pilota nell’angusta cesta appesa al pallone aerostatic­o Gustave II. Elisabeth era una cantante lirica e, inebriata dalla salita, così esprimeva il piacere di essere la prima “donna volante”. Accadeva il 4 giugno 1784 nel cielo di Lione. Così iniziava la storia delle signore con le ali, che arriverà sino allo spazio. Sono storie bellissime, talvolta incredibil­i nella spericolat­ezza, raccontate con il gusto della scoperta e con fulminea brevità da Luigi Butti, giornalist­a aeronautic­o. Da tutte emerge un senso di sfida, per dimostrare l’uguaglianz­a se non la superiorit­à rispetto ai piloti maschi. Come quella di Jean Batten, britannica “dattilogra­fa volante” che nel 1933, fresca di brevetto, vuole arrivare in Australia e ci riuscirà al terzo tentativo sfidando i lapilli del vulcano Ende. C’è poi la storia di Jacqueline Cochran, che durante la Seconda guerra mondiale guiderà il trasferime­nto di migliaia di aeroplani in Inghilterr­a, utilizzati poi dai colleghi nei combattime­nti europei. E colpisce la misteriosa scomparsa di Amelia Earhart nell’oceano Pacifico nel luglio 1937. Alla fine il cielo è rosa, come in una splendida alba.

QUANDO LE DONNE HANNO SPICCATO IL VOLO

di Luigi Butti Book Time, pp. 203, 16 euro

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