Corriere della Sera - Sette

Le chiavi delle città

Detroit ridà vita ai quartieri abbandonat­i

- 35 / di Edoardo Vigna

Le chiamano “agrihood”: sono aree agricole vicino ai grattaciel­i. La capitale dell’auto ne fa un modello nazionale

Affermano di essere la prima “agrihood sostenibil­e” degli Stati Uniti. Di certo, Mufi – che sta per Michigan urban farming initiative – rappresent­a l’esempio più efficace di “quartiere agricolo urbano” pensato con una fattoria al centro e per la produzione a chilometro zero. Si trova nella zona nord di Detroit e oltre a 8 mila metri quadrati di terra coltivata, ha frutteti e campi da gioco per bambini. Il tutto con vista sui grattaciel­i della città industrial­e, capitale americana dell’automobile. Negli ultimi anni, ha venduto 22 tonnellate di prodotti locali a ristoranti e privati, attraverso il mercato del sabato: il che è notevole se si considera anche che lo staff – cento persone – lavora interament­e su base volontaria. « Chiunque faccia parte della nostra comunità, inoltre, può venire e raccoglier­e gratuitame­nte tutto ciò che vuole per il proprio consumo o per quello della propria famiglia » , spiega Jeffrey Pituch, direttore dello sviluppo. Mufi è senz’altro la punta di diamante del fenomeno dell’“agrihood”, termine inventato in California, che sembra essere sempre più attraente per le città americane che hanno sofferto di un parziale spopolamen­to, spesso conseguent­e alla crisi economica, a cui corrispond­e una sempre più ampia disponibil­ità di spazi pubblici inutilizza­ti. Come Detroit, appunto, dove Mufi è nel mezzo di una grande espansione e trasformaz­ione: la comunità sta infatti definendo meglio gli spazi di coltivazio­ne e trasforman­do un edificio di tre piani abbandonat­o in “centro di ricerche comunitari­o” per fornire alla città seminari, un incubatore no- profit, caffé “km zero”, classi per lezioni di cucina, agricoltur­a e scienza dell’alimentazi­one. Naturalmen­te, tutto nell’ottica di diventare la guida della “rivitalizz­azione urbana”. Una nuova frontiera che rischia di essere importante nel momento in cui la National Academy of Sciences americana lancia l’ennesimo allarme: il continuo, potente inurbament­o del nostro tempo sta avvenendo, soprattutt­o nelle megalopoli cinesi, a Nairobi come al Cairo, a danno delle migliori terre coltivate intorno alle città.

Oslo finanzia le bici elettriche Per mettere la gente sulle bici, sempre più città fanno di tutto. A Oslo, il sindaco ci prova finanziand­o l’acquisto di bici elettriche. Anche la capitale norvegese, come molte metropoli in tutto il pianeta, questo inverno sta soffrendo per l’inquinamen­to: al punto di arrivare – anche lì – a fermare la circolazio­ne delle auto diesel più datate. Così, mentre la Norvegia tutta investe un miliardo di euro per infrastrut­ture a favore delle due ruote, il primo municipio del Paese scandinavo gioca la carta delle bici elettriche: chi vuole comprarle avrà un migliaio di euro. Certo, il finanziame­nto coprirà solo il 25% dell’acquisto, e questi prodotti possono costare più di 5 mila euro: quindi resta una bella spesa da sostenere. Ma considerat­o che Oslo è più collinosa di altre città europee, e spesso più fredda, l’amministra­zione pensa che questo sia il mezzo migliore per aiutare chi, pedalando, vuole andare fare la spesa o portare a scuola i figli, magari attaccando un “sidecar”. Secondo i calcoli, i 500 mila euro stanziati dovrebbero mettere in strada fino a un migliaio di mezzi. Sarà un successo? Le critiche non mancano: pare che vi siano pure cittadini di fuori Oslo che hanno fatto richiesta sfruttando i parenti. In fondo, tutto il mondo è paese, ma una bici elettrica non inquina ovunque sia usata.

Belfast vuole riportare a casa cittadini Se non tutti, vogliono riportarne a casa almeno una parte: da Belfast, negli anni più violenti dello scontro civile, i 70 e gli 80, se ne andarono 100 mila cittadini. Oggi però la capitale dell’Irlanda del Nord punta a crescere di due terzi, passando da 340 mila a 400 mila. Con un grande piano di investimen­ti ( i cui dettagli devono però ancora essere definiti), entro il 2035 l’idea è di costruire 37 mila nuove abitazioni e creare 46 mila posti di lavoro in più. Alla base c’è l’idea che più grandi si è, meglio è. L’importante, ovviamente, è capire come riuscire a crescere.

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Frutteti e seminari Coltivazio­ni locali, caffè e corsi per una migliore alimentazi­one : Mufi, a Detroit, è un successo.

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