Corriere della Sera - Sette

Dalla matita allo schermo. E ritorno

Ogni anno escono una ventina di film ispirati da fumetti o graphic novel. Una tendenza in aumento. Che aiuta anche le case editrici

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Quanti sono i film che nascono da un fumetto? In attesa di un censimento preciso, diamo ascolto a un’inchiesta di Le Monde che per l’annuale appuntamen­to di Angoulême ( il festival più importante d’Europa su strisce e graphic novel) ha fatto un veloce inventario dello stato delle cose: ogni anno escono mediamente una ventina di film tratti da opere disegnate e la tendenza non è certo destinata a raffreddar­si. Quest’anno, per esempio, Angoulême è dedicata al nuovo film di Luc Besson Valérian et la Cité des milles planètes, versione cinematogr­afica della striscia di Pierre Christin ( testi) e Jean- Claude Mézières ( disegni) Valérian et Laureline ( in Italia Valérian e Laureline – Agenti spazio-temporali), che trasporter­à lo spettatore nel 2740 insieme a Clive Owen, Dane DeHaan, Cara Delevingne e Rihanna ( i teaser si possono vedere a Cartoomics, a Milano, ai primi di marzo). E col film di Besson sono annunciati Wonder Woman, I guardiani della galassia 2, Wolverine 3, una nuova versione di Ghost in the Shell, I puffi e il villaggio perduto… per citare solo i più conosciuti. Certo, non tutte le ciambelle riescono col buco e Batman v Superman: Dawn of Justice è molto ben piazzato per fare man bassa ai prossimi Razzie Awards, i premi che ogni anno eleggono i film più brutti della stagione. Ma ci sono anche casi opposti come La vita di Adèle di Abdellatif Kechiche tratto dalla graphic novel Il blu è un colore caldo di Julie Maroh, che ha vinto la Palma d’oro a Cannes nel 2015 e ha dimostrato che i film tratti dai fumetti non sono solo “cose da bambini”. Come conferma il fatto che sempre più queste riduzioni danno origine a film live, con attori

in carne e ossa, e non solo opere a cartoni animati ( come è stato praticamen­te sempre in passato). Il che ha fatto crescere l’interesse per questo tipo di operazioni: se al di là dell’Atlantico i grandi studio hanno addirittur­a inglobato due storici operatori ( la Warner annettendo­si D. C. Comics e Disney facendo lo stesso con la Marvel), in Francia l’indipenden­za economica delle case editrici di fumetti non è messa in discussion­e, ma i contratti di opzione crescono vertiginos­amente: a oggi, Glénat ha quindici pubblicazi­oni già opzionate, Casterman dodici e Delcourt sei. Gli autori di strisce e graphic novel sottolinea­no i vantaggi di un passaggio dal fumetto al cinema, a cominciare dall’ambientazi­one visiva e da una traccia di montaggio che il testo disegnato già possiede ( « i fumetti sono in qualche modo cinema chiavi in mano » spiega lo sceneggiat­ore Wilfred Lupano a Le Monde) e il loro successo in libreria è già un punto di vantaggio sulle sceneggiat­ure originali. Anche se i due pubblici possono non coincidere e il successo “letterario” non garantisce quello cinematogr­afico. Come dimostrano i fallimenti al cinema di due dei più popolari eroi “di matita” francesi, Lucky Luke e Blueberry. In compenso non conoscere la versione disegnata non è un handicap per il successo del film che ne è stato tratto, visto che il pubblico di riferiment­o di queste trasposizi­oni – tra i 18 e i 25 anni – spesso ignora i fumetti che sono all’origine della versione cinematogr­afica. Come si è visto per Sin City di Frank Miller o più ancora per V per Vendetta di James McTiegue, diventato un manifesto antiglobal­izzazione per una generazion­e che con i fumetti aveva ben poco da spartire.

 ??  ?? Alti e bassi Attesa in primavera l’uscita de I puffi e il villaggio perduto. A fianco, una scena di Batman v Superman: è stato uno tra i film più brutti del 2016.
Alti e bassi Attesa in primavera l’uscita de I puffi e il villaggio perduto. A fianco, una scena di Batman v Superman: è stato uno tra i film più brutti del 2016.
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