Torniamo a Sorrentino anche a rischio di insonnia
Non lo leggo mai la sera perché le sue frasi non mi fanno dormire. Per farvi un esempio questa qui: «In un silenzio che sembrava una strage»
Questa settimana tra l’intervista a Belén ( molto bella, Belén), il noir di Roberto Perrone ( La seconda vita di Annibale Canessa, che consiglio con calore) non ho letto niente di nuovo e ho riletto, invece, un libro che mi sta a cuore tanto, perché avevo ricevuto una lettera del signor Giorgio Piccaluga. Eccola. « Avendo preso atto del suo giudizio entusiasta ho letto, devo dire con grande piacere, il pirotecnico libro di Paolo Sorrentino, Gli aspetti irrilevanti, che alterna pagine esilaranti ( Elsina Marone, Salvatore Varriale) ad altre commoventi ( Peppino Valletta) ed è sempre brillante. Qualche volta però i personaggi sono così poco credibili da sconfinare nel grottesco ( Arcadio Lattanzio, Girolamo Ponzio- Santagata), ma questo non diminuisce la piacevolezza della lettura » Primo intervallo ( signor Piccaluga, guardi che i personaggi di Sorrentino non sconfinano nel grottesco, ci sono nati nel grottesco, è la loro patria il grottesco). Riprendiamo la lettera. « La mia principale riserva è un’altra. Infatti l’idea di fare un grande romanzo corale sull’esistenza umana rappresentando la vita di tanti uomini e donne comuni non è nuova. È quanto ha fatto anni fa Giuseppe Pontiggia quando ha scritto Vite di uomini non illustri. Certo lo stile è comple- tamente diverso, più sobrio, talvolta grigio come i personaggi che descrive. Ma non manca un umorismo che non dispiacerebbe a Sorrentino. Riporto un esempio. Quando dopo un parto con taglio cesareo, “Alda Cagli apprende che il bambino è una bambina, piange a lungo in silenzio. L’oroscopo di una astrologa di via Po le aveva predetto, per un compenso di cinquanta lire, un maschio. La chiamerà Claudia anziché Claudio. Anche la neonata piange giorno e notte, caratteristica che condivide con molti non cesarei”. E alcuni personaggi sono stretti parenti di quelli di Sorrentino. In conclusione, credo che il libro di Sorrentino sia eccellente ( ma anche Pontiggia non sfigura), ma forse non ha il pregio della originalità. Cordiali saluti » . Caro Pittaluga, mi complimento per il suo fiuto. Le riporto un pezzo della conversazione che ebbi con Sorrentino e che non rientrò per motivi di spazio nell’intervista pubblicata. « L’idea di Gli aspetti irrilevanti penso che mi sia venuta da un libro che amai da morire, era Vite di uomini non illustri di Pontiggia. La mia è una versione meno riuscita, lo dico perché per me Pontiggia era uno scrittore enorme,
era questo campionario di persone molto normali che Pontiggia con la sua scrittura riusciva a rendere memorabili. A un certo punto c’è un personaggio che ha una gamba offesa e va in barca sul lago con una ragazza e poi pronuncia la frase che rimane negli annali: “Signorina, lei ha la remata classica”. Cosa sarà mai la remata classica? Però va benissimo » . Come vede, caro Pittaluga, Sorrentino è un ragazzo d’oro. Scrive frasi che non mi fanno dormire. Gliene cito una sola: « In un silenzio che sembrava una strage » . A me sembra scrittore enorme non meno di Pontiggia. E per quanto riguarda l’idea di Vite di uomini non illustri avrei uno scoop che la farebbe saltare sulla sedia. Ma è coperto da segreto di Stato. La lettera di Pittaluga finisce così: « P. S. Spero di non essere divorato da lei per questa parziale differenza di vedute. Un recente numero della Lettura riportava gli esiti della valutazione dei libri apparsi nel 2016. I 290 giudici, che avevano a disposizione 3 voti, hanno segnalato complessivamente 470 libri e il primo classificato ha avuto solo 29 voti, il 10% dei giurati. Da questi numeri si possano trarre alcune conclusioni. 1) Il mestiere di critico o recensore è assai difficile vista la produzione letteraria ormai debordante. 2) I giudizi molto dispersi, pur espressi da persone qualificate, indicano quanto siano soggettive queste valutazioni. Perciò qualche volta consenta ai suoi lettori di dissentire almeno un po’ dal suo punto di vista » . Come dice qui sotto il Maestro Assoluto: « La Critica è la cloaca di tutte le sciocchezze » .