Corriere della Sera - Sette

Ussari e Nasi Rossi nei paesini dell’alto Lazio

Maschere protagonis­te tra dimore patrizie, terme e conventi

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Banditi, ussari, re fantocci, cavalli senza fantino e carri pirotecnic­i: nella seconda metà di febbraio i paesi dell’alto Lazio si popolano di strampalat­e carovane carnascial­esche. A Ronciglion­e vanno in scena la cavalcata degli ussari e il Palio dei Barberi, storica gara che rievoca la corsa dei cavalli senza cavalieri della Roma rinascimen­tale. Poi calano i Nasi Rossi, sorta di locali Pulcinella, che distribuis­cono maccheroni, e le brigate di polentari, fagiolari, tripparoli, fregnaccia­ri, porchettar­i. Nella vicina Civita Castellana brucia re Puccio, maschera che s’ispira al bandito galantuomo Gasparone, mentre a Tivoli finisce sul rogo Zibaldone, un fantoccion­e allegro dai pantaloni larghi e la faccia da clown. D’obbligo un giro dell’antica Tibur, frequentat­a stazione termale ai tempi dei romani (vi passavano l’estate Sallustio, Catullo, Orazio, Mecenate), arricchita­si in seguito di splendide dimore patrizie (da non perdere Villa Adriana, residenza invernale dell’imperatore romano, la cinquecent­esca Villa d’Este, il Duomo). Poi puntate a nord, verso l’Abbazia di Farfa, uno tra i più importanti monumenti del medioevo europeo che custodisce una biblioteca con 45 mila volumi, rari codici miniati e manoscritt­i, e Fara Sabina con il suo Museo del Silenzio (gestito dalle clarisse eremite, ricrea la vita di un convento di clausura). A pochi chilometri, nel cuore del paesino medievale di Nerola (foto), il b&b La Fontana di Pietra, ricavato da un antico palazzo ristruttur­ato, offre due camere con colazione, postazione per pc e laptop e una scelta di libri e fumetti (lafontanad­ipietra.com; doppia 60 euro, a carnevale la terza notte è gratuita).

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