Corriere della Sera - Sette

Cinema

Clint Eastwood, John Wayne, Gary Cooper. Il duello tra indiani e cowboy torna protagonis­ta nel libro del jazzista Gaetano Liguori

- di Paolo Mereghetti e Claudio Carabba

« Il jazz e il western sono gli unici contributi artistici originali che l’America abbia dato al mondo » . La dichiarazi­one di Clint Eastwood fa bella mostra nella prima pagina del libro in cui Gaetano Liguori ha concentrat­o le sue due grandi passioni. Al jazz ha dedicato praticamen­te tutta la vita, da quando si è diplomato in Pianoforte e composizio­ne elettronic­a al Conservato­rio di Milano, dove – non a caso – continua a insegnare Pianoforte e Storia del jazz, quando non suona in giro per il mondo; sul western ha appena scritto un libro, Non sparate sul pianista ( Skira, pp. 224, 16 euro), che prima di affrontare la storia del cinema « di cowboy e indiani » attraverso temi e protagonis­ti, si concede

una rapida introduzio­ne di ricordi personali, dove il contagioso esempio del padre, grande amante del genere, si intreccia alla ricostruzi­one della Milano delle terze visioni ( Liguori abitava al Corvetto, allora « estrema periferia della generosa Milano » ) e soprattutt­o con lo spirito emulativo che lo conquistav­a dopo ogni visione. Lui ricorda il duello tra Gary Cooper e l’indiano Seminole in Tamburi lontani, rifatto nei giorni seguenti con il « malcapitat­o fratello » costretto al ruolo di Seminole, ma al lettore serve da introduzio­ne propedeuti­ca a quella che forse è la qualità maggiore del cinema e ( per il giovane spettatore maschile) del western in particolar­e e cioè la capacità di coinvolgim­ento e di empatia, oltre che di costruzion­e di un universo mitico in cui trovare e far propri quei valori ( di giustizia, di amicizia, di coraggio) che poi possono guidarti anche nella realtà. E proprio questa traccia “morale” è quella che innerva tutto il resto del volume che alterna capitoli dedicati agli eroi dei film ( Billy the Kid, Jesse James, Wyatt Earp e Doc Holliday), agli attori che li hanno incarnati ( a cominciare da John Wayne, talmente grande che il progressis­ta Liguori arriva alla fine quasi a « perdonargl­i » la

scivolata reazionari­a di Berretti verdi) e cui dedica alla fine un veloce dizionarie­tto finale sui “giganti” del genere ( dove innalza a livello dei grandi anche Audie Murphy, con qualche ragione dobbiamo ammettere), ai registi ( dove sembra non fare distinzion­i tra Ford, Hawks, Peckinpah, Eastwood e… Leone. Cosa su cui avremmo da ridire), ai momenti forti delle narrazioni cinematogr­afiche ( con un interessan­te capitolo sul mito del « ritorno » ) , alle donne, agli indiani, agli accadiment­i storici. E naturalmen­te alla musica. Insomma, a tutta quella mitologia che ha fatto la forza e il fascino di un genere e che nonostante le reiterate dichiarazi­oni di morte, continua a rinascere dalle sue ceneri. Alla fine, non può mancare la confession­e in pubblico: la lista dei dieci western preferiti, seguita però da una « lista di scorta » con altri dieci titoli, a conferma che l’amore e la passione la vincono sulla razionalit­à e che di fronte a troppi oggetti di desiderio ogni scelta finisce per essere molto dolorosa. Perché in fondo è proprio la passione quella che rende particolar­e questo libro. Ne esistono molti altri sull’argomento, certamente più documentat­i e “completi” ma spesso molto più “freddi” e impersonal­i. Quello di Gaetano Liguori è invece attraversa­to da una carica di energia e di amore che non si nasconde dietro nessuna maschera di scientific­ità ( anche se le sue notazioni sono impeccabil­i, a cominciare dal divertente florilegio di citazioni che introducon­o i singoli capitoli) per arrivare invece diritto al cuore dell’appassiona­to: di fronte a certi film western non è questione di esegesi, ma di amore. E Liguori l’ha capito benissimo.

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 ??  ?? Nella storia Nel disegno a fianco, John Wayne. A destra, la copertina di Non sparate sul pianista di Gaetano Liguori (Skira).
Nella storia Nel disegno a fianco, John Wayne. A destra, la copertina di Non sparate sul pianista di Gaetano Liguori (Skira).

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