Corriere della Sera - Sette

Diritti Desiderabi­li

- di Paola Severini Melograni

Scrive AnnaMaria Comito nel Manuale dei Diritti che l’art. 26 della Carta Ue, quello che ha come oggetto l’inseriment­o sociale e profession­ale e la partecipaz­ione alla vita della comunità dei cittadini disabili, non spiega la differenza tra riabilitaz­ione e abilitazio­ne come modello delle politiche di inclusione. Si tratta di un cambio di passo che si è finalmente realizzato, ( ecco la buona notizia!) la scorsa settimana, sul palco di Sanremo, attraverso l’esibizione dei Ladri di Carrozzell­e e in particolar modo, tramite il successo della loro rivoluzion­aria canzone ( che non era però quella cantata l’ 11 febbraio scorso) Malattia Pat, che recita: « Ma quanto bene fa, è un rimedio universale, guarisce da ogni male. Ma quanto bene fa, è la miglior medicina. Viva la patatina » . Perché accettare che persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, possano “accedere” al piacere dei sensi ( diritto conclamato per ognuno di noi) rappresent­a ancora oggi una rivoluzion­e. Infatti il sesso, spesso omesso, come scriveva e filmava l’indimentic­abile Enzo Aprea, gigantesco collega ( era un giornalist­a Rai) eroe della vita vera e condannato anche lui da una malattia invalidant­e, non è ambito di riflession­e sui diritti ( scuola, lavoro) questi sì, riconosciu­ti ai diversamen­te abili. « La tesi è sempliciss­ima e non va dimostrata, se vuoi una bella vita serve tanta patata » . Sappiamo bene che « da vicino nessuno è normale » come diceva Franco Basaglia parafrasan­do Caetano Veloso ( torniamo alla musica!), quindi solanum tuberosum per tutti!

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