Corriere della Sera - Sette

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«Se una volta», dice Walter Siti, «avessimo letto un testo di Gadda o Pasolini senza sapere chi fosse l’autore, lo avremmo riconosciu­to da soli. Oggi non è più così: stiamo entrando in un’epoca post-stilistica»

- di Daniele Angi

La letteratur­a sta cambiando. E la mutazione più interessan­te è che se prendiamo un’opera contempora­nea non sembra quasi mai scritta da uno stesso autore. L’intromissi­one degli editor, in molti casi, è evidente: intervengo­no sulla stesura finale, aggiungono scene, creano finali più attraenti e ripetitivi. L’obiettivo è vendere, percorrend­o strade già battute. Il pericolo è che si uniformi tutto » . Parola di Water Siti. Lo scrittore, saggista e critico letterario modenese, premio Strega 2013 con il romanzo Resistere non serve a niente ( Rizzoli), sarà ospite, con Aldo Grasso e Guido Mazzoni, del prossimo incontro organizzat­o dalla Fondazione Corriere della Sera sul tema delle rivoluzion­i culturali. « Dal punto di vista letterario » , spiega, « stiamo entrando in un’epoca post- stilistica, nel senso che si è completame­nte perso quel tratto distintivo di ogni autore che era lo stile. Mi spiego: se una volta avessimo letto un testo di Gadda o Pasolini senza sapere prima chi fosse l’autore, lo avremmo riconosciu­to da soli. Con gli scrittori contempora­nei, questo non è possibile. Oggi i romanzi di successo vengono scritti già confeziona­ti per essere tradotti. E non si percepisce più la distinzion­e tra letteratur­a creativa e di intratteni­mento » . « Uno che stimo, Roberto Saviano, non è da meno: la sua ultima opera, La paranza dei bambini ( Feltrinell­i), è un bel libro, eppure mi dà la sensazione di essere stato scritto da almeno 5 autori diversi » . Un’in- voluzione più che una rivoluzion­e, dunque? Non secondo Siti: « Il cambiament­o non è per forza negativo » , spiega, « ma è certo che oggi la letteratur­a, intesa come sola scrittura, non basta più: serve un’aggiunta di immagini, suoni, musica. Gli autori si rivolgono a lettori abituati a usare internet, a interagire. Non è un caso se il Nobel è andato a Bob Dylan » . « Grazie ai blog » , conclude Siti, « molti giovani pubblicano online i loro lavori, ma così facendo viene meno il filtro degli editori, dei critici e perfino dei lettori. L’equazione è facile: se un contenuto è gratis, ne si usufruisce con superficia­lità. Si legge a sprazzi, magari solo in parte, e il frammento prevale sulla totalità. Saviano dice che delle poesie la gente ricorda solo un verso: è vero; e oggi conta quello che sta in un tweet. E poi, come sostiene Baricco, i giovani autori non sanno più scrivere i finali. Ormai è più importante come si comincia » .

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Scrittore e saggista Walter Siti, premio Strega 2013 con il romanzo Resistere non serve a niente.

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