Scuola
La Matematica è utile alla finanza, alla “new economy”. Pure all’arte
Delle qualità formative della Matematica s’è già visto nello scorso numero attraverso le parole della mia ex vicepreside, la prof Maria Antonia Cozzi, ora da qualche anno in pensione ma ancora molto attiva nel volontariato scolastico, come prossimamente vedremo. Ma, da vecchio classicista, ne voglio sapere di più: « Sarà anche formativa, ma occorre che il docente abbia le idee chiare sul come formare. E perciò vorrei capire quale sia il suo compito principale » . Sorride: « Facile: è quello di lavorare su due fronti. Il potenziamento del ragionamento e, in parallelo, quello delle tecniche di calcolo. Anche con gli allievi più piccoli far trovare prima la strategia risolutiva può aiutare a tenere separati questi due aspetti e a cogliere l’aspetto più stimolante della materia » . Obietto: « Ma se uno è proprio negato, come spesso parrebbe? » . Scrolla la testa: « Meglio sarebbe far passare anche il messaggio dell’universalità della materia. Un esempio: nella mia attività di volontariato, il lavoro svolto con alcuni ragazzi stranieri neo arrivati non mi ha mai posto di fronte a difficoltà legate a una diversa impostazione della disciplina. I problemi incontrati erano legati solo a lacune nella conoscenza dei termini e a difficoltà linguistiche per la scarsa conoscenza dell’italiano » . Reduce, anni luce fa, da un liceo dove la Matematica molto mi aveva fatto soffrire insisto: « E allora ti chiedo perché una disciplina con tante potenzialità sia spesso ritenuta arida e noiosa. E non solo dagli studenti » . Ha la risposta pronta: « Oltre che per i motivi che ho già esposto – come il maggior peso dato al calcolo rispetto alle strategie risolutive – sarebbe opportuno che l’insegnante riuscisse a fare almeno intravedere le applicazioni nei molti campi della vita di ogni giorno. Basta sfogliare un quotidiano per capire che la Matematica serve a far calcoli in campo economico, che le previsioni meteorologiche sono basate su modelli matematici, che in caso di incidenti stradali, aerei ecc... si fanno calcoli per individuare traiettorie, velocità e conseguenti responsabilità. Considerazioni di questo genere dovrebbero far capire che la disciplina entra sempre trasversalmente nella nostra vita e ci può aiutare nelle scelte che ci troveremo comunque a fare » .
Costanza e tenacia. Butto lì: « Può servire, forse, anche nelle arti » . La prof Cozzi approva: « Certo che sì. E bello sarebbe anche poter far cogliere agli studenti come la Matematica sia alla base di molte forme di arte, dall’Architettura alla Musica. Forse aiuterebbe a far superare lo scoglio dell’apprendimento di tutte le basi di calcolo ( che sono indispensabili!), che richiedono costanza e tenacia nell’esercizio e, non viste in una prospettiva più ampia, sono a dire il vero ostiche e aride » . « Ma hai usato due volte il condizionale » . « Sì, perché per i docenti è difficile far entrare tutti questi obiettivi in un numero di ore sempre così ridotto, in maniera da fornire agli studenti una preparazione che sia a loro vantaggio per il proseguimento degli studi » .
«Sarebbe opportuno che l’insegnante riuscisse almeno a far intravedere le applicazioni possibili nella vita di ogni giorno»