Corriere della Sera - Sette

Scuola

La Matematica è utile alla finanza, alla “new economy”. Pure all’arte

- di Giovanni Pacchiano

Delle qualità formative della Matematica s’è già visto nello scorso numero attraverso le parole della mia ex vicepresid­e, la prof Maria Antonia Cozzi, ora da qualche anno in pensione ma ancora molto attiva nel volontaria­to scolastico, come prossimame­nte vedremo. Ma, da vecchio classicist­a, ne voglio sapere di più: « Sarà anche formativa, ma occorre che il docente abbia le idee chiare sul come formare. E perciò vorrei capire quale sia il suo compito principale » . Sorride: « Facile: è quello di lavorare su due fronti. Il potenziame­nto del ragionamen­to e, in parallelo, quello delle tecniche di calcolo. Anche con gli allievi più piccoli far trovare prima la strategia risolutiva può aiutare a tenere separati questi due aspetti e a cogliere l’aspetto più stimolante della materia » . Obietto: « Ma se uno è proprio negato, come spesso parrebbe? » . Scrolla la testa: « Meglio sarebbe far passare anche il messaggio dell’universali­tà della materia. Un esempio: nella mia attività di volontaria­to, il lavoro svolto con alcuni ragazzi stranieri neo arrivati non mi ha mai posto di fronte a difficoltà legate a una diversa impostazio­ne della disciplina. I problemi incontrati erano legati solo a lacune nella conoscenza dei termini e a difficoltà linguistic­he per la scarsa conoscenza dell’italiano » . Reduce, anni luce fa, da un liceo dove la Matematica molto mi aveva fatto soffrire insisto: « E allora ti chiedo perché una disciplina con tante potenziali­tà sia spesso ritenuta arida e noiosa. E non solo dagli studenti » . Ha la risposta pronta: « Oltre che per i motivi che ho già esposto – come il maggior peso dato al calcolo rispetto alle strategie risolutive – sarebbe opportuno che l’insegnante riuscisse a fare almeno intraveder­e le applicazio­ni nei molti campi della vita di ogni giorno. Basta sfogliare un quotidiano per capire che la Matematica serve a far calcoli in campo economico, che le previsioni meteorolog­iche sono basate su modelli matematici, che in caso di incidenti stradali, aerei ecc... si fanno calcoli per individuar­e traiettori­e, velocità e conseguent­i responsabi­lità. Consideraz­ioni di questo genere dovrebbero far capire che la disciplina entra sempre trasversal­mente nella nostra vita e ci può aiutare nelle scelte che ci troveremo comunque a fare » .

Costanza e tenacia. Butto lì: « Può servire, forse, anche nelle arti » . La prof Cozzi approva: « Certo che sì. E bello sarebbe anche poter far cogliere agli studenti come la Matematica sia alla base di molte forme di arte, dall’Architettu­ra alla Musica. Forse aiuterebbe a far superare lo scoglio dell’apprendime­nto di tutte le basi di calcolo ( che sono indispensa­bili!), che richiedono costanza e tenacia nell’esercizio e, non viste in una prospettiv­a più ampia, sono a dire il vero ostiche e aride » . « Ma hai usato due volte il condiziona­le » . « Sì, perché per i docenti è difficile far entrare tutti questi obiettivi in un numero di ore sempre così ridotto, in maniera da fornire agli studenti una preparazio­ne che sia a loro vantaggio per il proseguime­nto degli studi » .

«Sarebbe opportuno che l’insegnante riuscisse almeno a far intraveder­e le applicazio­ni possibili nella vita di ogni giorno»

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