Corriere della Sera - Sette

Dolori addio

Al contrario, si rischia una ipertrofia che separa il muscolo dal tessuto mammario

- di Dario Oscar Archetti

Rassodare il seno con gli esercizi per i pettorali è una leggenda metropolit­ana. Una delle tante che tormentano signore e ragazze così preoccupat­e dall’aspetto estetico da credere a tutto. Come certi malati, felici di dar fiducia a un imbonitore che offre rimedi miracolosi. Non ne esistono, purtroppo. Né per la salute né per i presunti “inestetism­i”. Che oggi sono tantissimi: la follia è che sono giudicati tali tutti i cambiament­i, compreso un seno che non punta, o non punta più, verso il cielo. A 30 anni si cerca la perfezione, a 40 si rifiutano i primi segni di cedimento, a 50 si tenta disperatam­ente di cancellarl­i. Si è pronti a parecchi sacrifici per illudersi di riavvolger­e il nastro del tempo e tra le inevitabil­i delusioni alle quali si va incontro c’è quella dei pettorali. Siti di fitness fai- da- te raccontano che è utile spingere una contro l’altra le mani giunte, stringere il volante, oppure distrugger­si di esercizi alla pectoral machine. Non è vero: il seno non tornerà quello dei 20 anni. La parte che vediamo è un insieme di adipe, tessuto connettivo e ghiandole. A volte anche silicone. Comunque sia, non c’è muscolo. Questo, il gran pettorale, è un’ampia fascia che sta dietro, che protegge tutto il petto e va a inserirsi sull’omero, partecipan­do assieme ad altri ai movimenti del braccio, del tronco, e di un’inspirazio­ne profonda. Poi c’è il piccolo pettorale, più profondo, che collega la scapola a tre costole, è molto importante nella respirazio­ne e per alcuni movimenti di spalla e scapola. Insomma, si tratta di muscoli che hanno funzioni molto importanti, ma non quella di rendere bello un seno. Se li alleniamo troppo, anzi, rischiamo un’ipertrofia che può causare la separazion­e del muscolo dal tessuto mammario. Avete presente certi culturisti scriteriat­i con un seno cadente? Ecco, probabilme­nte hanno esagerato con i pettorali. Inoltre, se non si allenano anche i muscoli antagonist­i ( tra i quali gran dorsale e fasci inferiori del trapezio), si rischia una postura chiusa, quasi gobba, e qualche squilibrio. Gli allenament­i sono sempre un equilibrio delicato, non per nulla bisogna affidarsi a preparator­i, trainer o fisioterap­isti che sappiano dare istruzioni corrette. L’errore più comune è esagerare con esercizi a carico di un certo gruppo di muscoli, provocando accorciame­nti, infiammazi­oni, problemi ai tendini o alle articolazi­oni e dolori.

La giusta postura. Tornando ai pettorali, il modo migliore per aiutare il seno non è allenarli in palestra, ma lavorare correttame­nte con l’esercizio e la postura. Spesso, chi ha un seno grosso tende a stare con le spalle curve, peggiorand­o le cose: se si sta chine in avanti, è ovvio, il peso è tutto a carico della pelle. I muscoli possono dare il loro sostegno soltanto con una postura eretta, con le spalle aperte. Dunque, chiedete semmai aiuto in palestra per migliorare la mobilizzaz­ione scapolo- omerale, per potenziare i muscoli delle spalle, in particolar­e gli extrarotat­ori e, se il seno è abbondante, i muscoli della schiena, in particolar­e i dorsali e il trapezio. Così combattere­te in modo corretto i temuti inestetism­i e, cosa ben più importante, i dolori da allenament­o sbagliato.

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