Corriere della Sera - Sette

Libri

Dopo il coito ogni animale è triste, ma è triste pure il voyeur che l’ha guardato. Una ennesima storia magistrali­s raccontata da Gay Talese

- di Antonio D’Orrico

Tutto cominciò con la zia Katheryn, non ancora quarantenn­e ( « Seni grandi, un corpo snello e atletico, capelli di un rosso fiammante » ) , che aveva l’abitudine di aggirarsi nuda nella sua casa a pianoterra guardando a una a una le bambole della sua collezione. Fuori dalla finestra la spiava, pieno di desiderio e di incanto, un ragazzino, suo nipote Gerald Foos. Molti anni dopo, Gerald scrisse una lettera al grande Gay Talese, l’autore di Onora il padre e di La donna d’altri, il maestro del new journalism ( raccontare la realtà con le tecniche del romanzo, alla Capote di A sangue freddo). Quando Talese ricevette la lettera non credette ai suoi occhi, che pure ne hanno viste tante. Il mittente gli raccontava di aver per molto tempo spiato, spesso in combutta con la moglie Donna ( infermiera specializz­ata), i clienti del suo Manor House Motel di Denver nel segreto delle loro stanze ( grazie a delle strategich­e finte bocchette del riscaldame­nto poste sul soffitto) e di aver annotato in uno sterminato diario ( intitolato Diario del Voyeur) le gesta sessuali degli ignari ospiti. Il catasto generale della scopata americana ( come altro chiamarlo?) tenuto da Donald inizia dai suoi Adamo ed Eva, la prima coppia sottoposta al suo trattament­o. Si tratta di un maschio bianco ( « 35 anni circa, a Denver per affari, 175 cm, 80 kg, impiegato, probabile laurea » ) e sua moglie ( « 35 anni, 160 cm, 60 kg circa, gradevolme­nte pienotta, capelli scuri, origine italiana, istruita, 94- 71- 94 » ) . All’inizio lei è in bagno e si guarda i capelli che si stanno ingrigendo e lui si lamenta del lavoro. All’ora di cena ( le attese possono essere infinite nel teatrino off off di Gerald), lei si spoglia rivelando « un corpo molto bello » . Ma lui sembra disinteres­sato. Lei gli si stende accanto, lui guarda la tv e fuma una sigaretta dietro l’altra. Di colpo lui, rapidissim­o, la bacia, la tocca ed « è entrato in lei nella posizione con uomo sopra » . Cinque minuti ed è finita. Lei resta all’asciutto e va a lavarsi in bagno. Gerald trae le sue amare conclusion­i: « non sono una coppia felice » ; lui è « molto ignorante delle procedure sessuali e dei preliminar­i nonostante l’istruzione universita­ria » . Anni di studio dell’intimità dei compatriot­i porteranno Gerald a esiti sconfortan­ti: « La gente è infelice. In vacanza litiga per i soldi, per i posti da visitare, per dove mangiare e dormire » . E ancora: « Il mio voyeurismo ha contribuit­o immensamen­te a fare di me un nichilista » . Post coitum omne animal triste ( e

pure il suo voyeur). Il diario di Gerald ha scene degne di quel Grande Romanzo Americano che tutti gli scrittori americani sognano di scrivere. Come la storia del soldato di vent’anni che ha perso una gamba in Vietnam e di sua moglie. Lei si siede davanti al marito « così che l’abito cortissimo si è sollevato concedendo a lui e al Voyeur la chiara visione delle procaci cosce affusolate. Non portava mutandine » . Lui alza un bicchiere di Coca e brinda « Alla cosa che fa girare il mondo » . Lei: « Il... sesso? » . Lui: « No! Il denaro! » . Finito l’amore, il soldato dice: « Spero ti ricordi com’ero quando avevo due gambe » . Poi c’è la vedova di mezza età che va con un gigolò. Dopo l’incontro, Donald la pedina fino a casa, dove vive con il suo cane, e la spia mentre piange camminando su e giù per il soggiorno. Ma chi è veramente Donald Foos? Talese parte per il Colorado e fa conoscenza con « il più grande voyeur del mondo » . Donald gli racconta tutto, compreso il giorno in cui il Manor House si colorò di nero come il Bates Motel di Psycho e l’Overlook Hotel di Shining. Nell’albergo fu commesso un omicidio; Donald vide ogni cosa ma non denunciò il fatto alla polizia. Il libro ha provocato un mare di polemiche. Molto non torna nel racconto: Donald ha imbrogliat­o le carte per evitare guai legali? È un mitomane che ha intortato il maestro del new journalism? Vera o falsa che sia, la storia è bellissima. È il sogno realizzato degli scrittori francesi della scuola dello sguardo. È un Grande Fratello meublé, una asettica, quasi ascetica pornografi­a che è biografia di una nazione.

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Ritratto d’autore Tanti pensano che Tom Wolfe sia lo scrittore americano più elegante. Errore marchiano, il più elegante di tutti (come la foto sopra dimostra in maniera inequivoca­bile) è Gay Talese, il maestro del new journalism. Nell’altra pagina,...
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MOTEL VOYEUR di Gay Talese Rizzoli
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