A che prezzo
Dall’invito ai Paesi Nato ad aumentare il budget militare allo stop al sistema commerciale multilaterale, la politica internazionale del presidente è improntata all’Arte del deal
Quel che confonde, di Donald Trump, è che non ragiona da politico: è fuori dagli schemi conosciuti. Gli europei e i membri dell’Alleanza Atlantica stanno sperimentando questa novità, di fronte ai messaggi apparentemente contraddittori che arrivano da Washington. È che il presidente americano è guidato, anche ora che occupa la Casa Bianca, da quella che definì l’Arte del deal in un famoso libro del 1987. In quello scritto, elencava gli 11 punti essenziali per avere successo negli affari. Uno di questi, pensare in grande, per il presidente degli Stati Uniti è un obbligo. Qualche altro, invece, è una novità con effetti profondi: massimizzare le opzioni; usare il proprio vantaggio; riconquistare posizioni di forza quando si è in difficoltà; “have fun”, divertirsi. Queste regole Trump le sta applicando alla politica internazionale. Nelle settimane scorse, il vicepresidente Mike Pence, il segretario di Stato Rex Tillerson e il segretario alla Difesa James Mattis sono stati in Europa per rassicurare che l’America non abbandona la Nato e per spiegare che però Washington vuole che i Paesi europei membri dell’alleanza diano segni chiari di volere aumentare, come da accordi, il loro budget militare al 2% del Pil. In apparenza, la richiesta è simile a quella avanzata da altre amministrazioni, ultima quella di Barack Obama. In realtà, c’è una differenza di fondo: non è un invito politico, nemmeno una semplice forte pressione; si tratta di un deal, come piace a Trump. « La promessa di condividere l’impegno è stata delusa per troppo tempo » , ha sostenuto Pence. « Il presidente Trump si aspetta che manteniate la parola e rispettiate gli impegni » , ha aggiunto. D’ora in poi, niente è scontato, nemmeno l’ombrello militare americano, tutto va negoziato e Washington parte da una posizione di forza. La leadership americana è sostituita dalla trattativa: le cose si fanno non sulla base di una visione politica ma come risultato di un deal. Il cambiamento vale anche per altri dossier che preoccupano gli europei. Ad esempio, Trump dice basta al sistema commerciale multilaterale, quello che ha garantito decenni di crescita al mondo. D’ora in poi, solo accordi bilaterali, nei quali naturalmente si impongono i muscoli del più forte e quel che guadagna uno va a scapito dell’altro. Il trionfo della somma zero. Questa – il deal bilaterale – sembra essere la vera, grande novità di Trump, molto più delle frasi “scandalose” nelle quali probabilmente trova parecchio “fun”.
@ danilotaino