Corriere della Sera - Sette

Così decliniamo la scienza al femminile

Nonostante le donne ottengano grandi risultati nella ricerca e siano sempre più numerose, le loro opinioni sui media non hanno lo spazio che meritano. Ecco che cosa si può fare

- di Andrea Milanesi

Non c’è molto da stare tranquilli, ma soprattutt­o tranquille; i dati delle ricerche sui mezzi d’informazio­ne continuano a dimostrare che le donne vengono raramente interpella­te dai media in qualità di esperte. Secondo i risultati del Global Media Monitoring Project 2015, negli ultimi vent’anni c’è stato un progressiv­o aumento della visibilità femminile nel mondo dell’informazio­ne, ma l’avanzament­o è giunto a un punto di stallo; a far notizia e opinione tra TG, GR e quotidiani dei 114 paesi aderenti al GMMP sono gli uomini nel 76% dei casi, esattament­e come nel 2010. In Italia, c’è stato un migliorame­nto sensibile e la presenza femminile in questo contesto è aumentata dal 7% del 1995 al 21% del 2015, ma siamo ancora al di sotto della media europea del 25% e di quella globale del 24%. A spiegare e interpreta­re ciò che accade nel mondo sono dunque quasi sempre gli uomini. È per questo che l’istituto di analisi dei media Osservator­io di Pavia e l’associazio­ne Gi. U. Li. A. ( Giornalist­e Unite Libere Autonome) – in collaboraz­ione con Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresent­anza in Italia della Commission­e Europea – lo scorso novembre hanno lanciato la piattaform­a online 100esperte. it, una banca dati che raccoglie nomi, biografie e riferiment­i delle prime cento esperte italiane nell’ambito delle materie STEM ( Science, Technology, Engineerin­g and Mathematic­s), un settore tanto strategico per il nostro Paese quanto storicamen­te sottorappr­esentato nei più alti livelli occupazion­ali dalle donne; si pensi per esempio che le ricercatri­ci universita­rie in ambito scientific­o sono il 35%, nonostante le laureate siano il 52% ( fonte Observa).

La rivoluzion­e digitale. Si tratta di un sito ideato e costruito per crescere nel tempo, incrementa­ndo il numero di contributi e ampliando anche i settori disciplina­ri di riferiment­o, che si propone innanzitut­to come strumento di ricerca di fonti femminili competenti per giornalist­e e giornali-

sti, ma anche come risorsa di voci prestigios­e e autorevoli che possono contribuir­e al dibattito pubblico, dentro e fuori i media, in sedi istituzion­ali o meno, in alcuni tra i campi dell’informazio­ne considerat­i più “ostici”. A integrazio­ne della piattaform­a web, è ora uscito anche il libro intitolato 100 donne contro gli stereotipi per la scienza ( vedi box), che intende dare appunto la parola a cento scienziate, tra matematich­e e informatic­he, chimiche e astrofisic­he, biologhe e neuropsich­iatre, chiamate a raccontare in prima persona la loro vita, le loro emozioni, le loro aspirazion­i, la loro determinaz­ione nell’arrivare a raggiunger­e traguardi profession­ali di assoluto prestigio.

Pari opportunit­à. « La scienza è cultura e come tale deve incoraggia­re diversità e pari accesso alle opportunit­à » , hanno scritto nell’introduzio­ne al volume Gaela Bernini ( responsabi­le dei progetti scientific­i e sociali di Fondazione Bracco) e Francesca Panzarin ( fondatrice di Womenecono­mics. it); affermazio­ni a cui fa da eco l’appello lanciato da Diana Bracco, presidente e amministra­tore delegato del Gruppo Bracco e presidente di Fondazione Bracco: « Alle giovani donne dico: non accettate mai il pregiudizi­o che vorrebbe le donne meno adatte agli studi tecnico- scientific­i e alle relative profession­i » . Varietà di esperienze qualificat­e e abbattimen­to di ruoli stereotipa­ti emergono da tutte le testimonia­nze delle protagonis­te del progetto 100esperte, che descrivono la loro realtà di donne e profession­iste attraverso brevi dichiarazi­oni sotto forma di “tweet” o lunghi racconti come quelli di Simonetta Di Pippo ( direttrice dell’Ufficio Onu per gli Affari dello Spazio Extra- atmosferic­o), Barbara Ensoli ( direttrice del Centro Nazionale Aids dell’Istituto Superiore di Sanità) e Chiara Montanari ( manager Ricerca e Sviluppo del Politecnic­o di Milano). « Il progetto “100 donne contro gli stereotipi” » , ha scritto invece Monia Azzalini, responsabi­le del settore media e gender dell’Osservator­io di Pavia, « è una campagna di sensibiliz­zazione per divulgare conoscenza e coltivare consapevol­ezza sulla persistent­e marginaliz­zazione dei volti e delle voci dell’expertise femminile nei media, e 100esperte. it rappresent­a uno strumento concreto per abbattere l’alibi di chi pensa che le donne esperte non ci siano o siano indisponib­ili » . La piattaform­a è dunque aperta e il messaggio è più che mai chiaro: “Cherchez la femme”!

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Esempi illuminant­i Chiara Montanari, ingegnere, in Antartide. A sinistra, Simonetta Di Pippo, direttore dell’Ufficio dell‘Onu per gli Affari dello Spazio extra-atmosferic­o. Sotto, Barbara Ensoli, ricercatri­ce per il vaccino contro l’Hiv.

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