Così decliniamo la scienza al femminile
Nonostante le donne ottengano grandi risultati nella ricerca e siano sempre più numerose, le loro opinioni sui media non hanno lo spazio che meritano. Ecco che cosa si può fare
Non c’è molto da stare tranquilli, ma soprattutto tranquille; i dati delle ricerche sui mezzi d’informazione continuano a dimostrare che le donne vengono raramente interpellate dai media in qualità di esperte. Secondo i risultati del Global Media Monitoring Project 2015, negli ultimi vent’anni c’è stato un progressivo aumento della visibilità femminile nel mondo dell’informazione, ma l’avanzamento è giunto a un punto di stallo; a far notizia e opinione tra TG, GR e quotidiani dei 114 paesi aderenti al GMMP sono gli uomini nel 76% dei casi, esattamente come nel 2010. In Italia, c’è stato un miglioramento sensibile e la presenza femminile in questo contesto è aumentata dal 7% del 1995 al 21% del 2015, ma siamo ancora al di sotto della media europea del 25% e di quella globale del 24%. A spiegare e interpretare ciò che accade nel mondo sono dunque quasi sempre gli uomini. È per questo che l’istituto di analisi dei media Osservatorio di Pavia e l’associazione Gi. U. Li. A. ( Giornaliste Unite Libere Autonome) – in collaborazione con Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea – lo scorso novembre hanno lanciato la piattaforma online 100esperte. it, una banca dati che raccoglie nomi, biografie e riferimenti delle prime cento esperte italiane nell’ambito delle materie STEM ( Science, Technology, Engineering and Mathematics), un settore tanto strategico per il nostro Paese quanto storicamente sottorappresentato nei più alti livelli occupazionali dalle donne; si pensi per esempio che le ricercatrici universitarie in ambito scientifico sono il 35%, nonostante le laureate siano il 52% ( fonte Observa).
La rivoluzione digitale. Si tratta di un sito ideato e costruito per crescere nel tempo, incrementando il numero di contributi e ampliando anche i settori disciplinari di riferimento, che si propone innanzitutto come strumento di ricerca di fonti femminili competenti per giornaliste e giornali-
sti, ma anche come risorsa di voci prestigiose e autorevoli che possono contribuire al dibattito pubblico, dentro e fuori i media, in sedi istituzionali o meno, in alcuni tra i campi dell’informazione considerati più “ostici”. A integrazione della piattaforma web, è ora uscito anche il libro intitolato 100 donne contro gli stereotipi per la scienza ( vedi box), che intende dare appunto la parola a cento scienziate, tra matematiche e informatiche, chimiche e astrofisiche, biologhe e neuropsichiatre, chiamate a raccontare in prima persona la loro vita, le loro emozioni, le loro aspirazioni, la loro determinazione nell’arrivare a raggiungere traguardi professionali di assoluto prestigio.
Pari opportunità. « La scienza è cultura e come tale deve incoraggiare diversità e pari accesso alle opportunità » , hanno scritto nell’introduzione al volume Gaela Bernini ( responsabile dei progetti scientifici e sociali di Fondazione Bracco) e Francesca Panzarin ( fondatrice di Womeneconomics. it); affermazioni a cui fa da eco l’appello lanciato da Diana Bracco, presidente e amministratore delegato del Gruppo Bracco e presidente di Fondazione Bracco: « Alle giovani donne dico: non accettate mai il pregiudizio che vorrebbe le donne meno adatte agli studi tecnico- scientifici e alle relative professioni » . Varietà di esperienze qualificate e abbattimento di ruoli stereotipati emergono da tutte le testimonianze delle protagoniste del progetto 100esperte, che descrivono la loro realtà di donne e professioniste attraverso brevi dichiarazioni sotto forma di “tweet” o lunghi racconti come quelli di Simonetta Di Pippo ( direttrice dell’Ufficio Onu per gli Affari dello Spazio Extra- atmosferico), Barbara Ensoli ( direttrice del Centro Nazionale Aids dell’Istituto Superiore di Sanità) e Chiara Montanari ( manager Ricerca e Sviluppo del Politecnico di Milano). « Il progetto “100 donne contro gli stereotipi” » , ha scritto invece Monia Azzalini, responsabile del settore media e gender dell’Osservatorio di Pavia, « è una campagna di sensibilizzazione per divulgare conoscenza e coltivare consapevolezza sulla persistente marginalizzazione dei volti e delle voci dell’expertise femminile nei media, e 100esperte. it rappresenta uno strumento concreto per abbattere l’alibi di chi pensa che le donne esperte non ci siano o siano indisponibili » . La piattaforma è dunque aperta e il messaggio è più che mai chiaro: “Cherchez la femme”!