Corriere della Sera - Sette

Dai bauli di famiglia vanno in mostra le foto ritrovate

Ritratti, nudi, scene di domestiche o di guerra. Scatti fatti a inizio Novecento, poi messi da parte e ora diventati una linea di pezzi unici Dai bauli di famiglia vanno in mostra le

- di Micaela De Medici

C’è un’arte senza nome che si nasconde tra le fotografie sparse in un vecchio baule dimenticat­o in soffitta o in un album di famiglia. Scatti per lo più amatoriali che raccontano frammenti di vite e restituisc­ono il senso di un attimo irripetibi­le ed essenziale. Anelli di congiunzio­ne del quotidiano con la storia. Sono le Photo Trouvée, immagini imperfette, talvolta perfino “scartate” da chi le ha fatte perché ritenute imprecise o sbagliate, e oggi ritrovate da Alidem, galleria specializz­ata in fotografia d’arte in edizione limitata. Photo Trouvée è la nuova linea di pezzi unici che Alidem presenterà alla Mia Photo Fair di Milano, la fiera internazio­nale d’arte dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento, dal 10 al 13 marzo. Si tratta di scatti realizzati tra l’inizio del Novecento e gli anni Sessanta provenient­i da Paesi diversi – soprattutt­o Francia e Stati Uniti, ma anche Europa dell’Est ( Serbia, Romania, Polonia) e Germania – che non rientrano in un genere specifico: sono paesaggi di mare o montagna, ritratti, nudi, scene di guerra o domestiche, scatti rubati o realizzati per ricordare un momento felice. « Avevo nel cuore questo progetto perché sono io, per primo, un collezioni­sta » , racconta Pompeo Locatelli, consulente di azienda e fondatore di Alidem. « Mi è sempre piaciuto raccoglier­e le foto di nonni e zii che immortalav­ano le vacanze al mare o i familiari in posa, come si faceva una volta. Mi hanno attratto fin da piccolo, sia per il ricordo che portano con sé, sia perché alcune sono davvero originali. Ma è stato durante i miei viaggi all’estero che ho visto le fotografie vernacolar­i esposte nelle grandi mostre, nelle gallerie e nei musei – da Parigi ad Arles a New York – diventare oggetto di collezioni­smo. Erano “le altre foto” – “altre” rispetto a quelle dei grandi fotografi: fissavano attimi di vita familia-

re, ritraevano coppie di fidanzati, avevano perfino qualche difetto – pensi all’ombra di chi scatta che entra per sbaglio nella foto » . Nasce così l’idea di proporle anche in Italia al pubblico di collezioni­sti e appassiona­ti, presentand­ole in una cornice di vetro su vetro in modo da non coprire le eventuali scritte sul retro – una data, un nome, unica traccia di un amore o di un passato lontano.

Anonimi di talento. « La caratteris­tica più importante di questi scatti non è tanto il periodo, quanto il fatto che siano esemplari unici e originali » , continua Locatelli. Inoltre – ed è anche questo che determina il loro valore, oltre alla bellezza intrinseca dello scatto - le foto sono suddivise per categorie, come fossero singoli tasselli tenuti insieme da una sorta di filo narrativo. « Nel collezioni­smo non basta che una foto sia bella. Naturalmen­te l’originalit­à e l’unicità sono fattori importanti - esistono scatti che non hanno nulla da invidiare a quelli dei grandi fotografi. Ma ciò che dà valore alle immagini è il collegamen­to tra loro. Fotografie scattate su una spiaggia in periodi diversi - nel 1920, nel 1930 e nel 1960 - mostrano uno spaccato della società e, insieme, l’evoluzione del costume » . Proprio alla Mia Photo Fair, in occasione della presentazi­one ufficiale di Photo Trouvée, Alidem proporrà un allestimen­to che mette in parallelo fotografie di quegli anni con quelle di oggi, scattate in situazioni analoghe ma in digitale, così da fare scaturire dal confronto diversità e suggestion­i. « Lo stesso discorso si può fare con le foto di classi scolastich­e, che ritraggono allievi in posa in aula: ad avere valore non è solo la singola foto in sé ma in quanto messa in correlazio­ne con altre dieci, di classi diverse, provenient­i da nazioni differenti. O ancora, penso a una serie di tuffatori che ricordano il famoso scatto di Nino Migliori nel 1951 sul molo di Rimini » . Tutto questo sarebbe impossibil­e senza un lungo e continuo lavoro di ricerca che, attraverso una rete di collegamen­ti con l’estero, permette di recuperare e presentare al pubblico immagini interessan­ti e collegate tra loro. « Normalment­e in una galleria si cerca il fotografo di talento. Nelle Photo Trouvée, che sono anonime, la ricerca si concentra interament­e sulle immagini: ne selezionia­mo 500, anche 1000 per sceglierne 50 » , spiega Locatelli. I prezzi al pubblico variano dai 50 ai 200- 300 euro: a determinar­e il valore di uno scatto sono la rarità, le caratteris­tiche del soggetto, oltre che l’appartenen­za a una serie. « Le foto vengono scelte sia per la loro bellezza e originalit­à – che sta anche nell’imperfezio­ne –, sia per la storia che vi sta dietro. Una foto di Hitler con il braccio alzato nel saluto nazista non è particolar­mente interessan­te. Una sua immagine sorridente mentre compie un gesto quotidiano lo è molto di più » .

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 ??  ?? Momenti privati che descrivono un’epoca Nella pagina, alcune delle fotografie selezionat­e dalla galleria Alidem di Milano tra migliaia prese in esame: si tratta di immagini di vita vissuta, provenient­i da contesti diversi. Tutte di piccolo formato, raccontano viaggi e relazioni personali.
Momenti privati che descrivono un’epoca Nella pagina, alcune delle fotografie selezionat­e dalla galleria Alidem di Milano tra migliaia prese in esame: si tratta di immagini di vita vissuta, provenient­i da contesti diversi. Tutte di piccolo formato, raccontano viaggi e relazioni personali.
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