Dai bauli di famiglia vanno in mostra le foto ritrovate
Ritratti, nudi, scene di domestiche o di guerra. Scatti fatti a inizio Novecento, poi messi da parte e ora diventati una linea di pezzi unici Dai bauli di famiglia vanno in mostra le
C’è un’arte senza nome che si nasconde tra le fotografie sparse in un vecchio baule dimenticato in soffitta o in un album di famiglia. Scatti per lo più amatoriali che raccontano frammenti di vite e restituiscono il senso di un attimo irripetibile ed essenziale. Anelli di congiunzione del quotidiano con la storia. Sono le Photo Trouvée, immagini imperfette, talvolta perfino “scartate” da chi le ha fatte perché ritenute imprecise o sbagliate, e oggi ritrovate da Alidem, galleria specializzata in fotografia d’arte in edizione limitata. Photo Trouvée è la nuova linea di pezzi unici che Alidem presenterà alla Mia Photo Fair di Milano, la fiera internazionale d’arte dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento, dal 10 al 13 marzo. Si tratta di scatti realizzati tra l’inizio del Novecento e gli anni Sessanta provenienti da Paesi diversi – soprattutto Francia e Stati Uniti, ma anche Europa dell’Est ( Serbia, Romania, Polonia) e Germania – che non rientrano in un genere specifico: sono paesaggi di mare o montagna, ritratti, nudi, scene di guerra o domestiche, scatti rubati o realizzati per ricordare un momento felice. « Avevo nel cuore questo progetto perché sono io, per primo, un collezionista » , racconta Pompeo Locatelli, consulente di azienda e fondatore di Alidem. « Mi è sempre piaciuto raccogliere le foto di nonni e zii che immortalavano le vacanze al mare o i familiari in posa, come si faceva una volta. Mi hanno attratto fin da piccolo, sia per il ricordo che portano con sé, sia perché alcune sono davvero originali. Ma è stato durante i miei viaggi all’estero che ho visto le fotografie vernacolari esposte nelle grandi mostre, nelle gallerie e nei musei – da Parigi ad Arles a New York – diventare oggetto di collezionismo. Erano “le altre foto” – “altre” rispetto a quelle dei grandi fotografi: fissavano attimi di vita familia-
re, ritraevano coppie di fidanzati, avevano perfino qualche difetto – pensi all’ombra di chi scatta che entra per sbaglio nella foto » . Nasce così l’idea di proporle anche in Italia al pubblico di collezionisti e appassionati, presentandole in una cornice di vetro su vetro in modo da non coprire le eventuali scritte sul retro – una data, un nome, unica traccia di un amore o di un passato lontano.
Anonimi di talento. « La caratteristica più importante di questi scatti non è tanto il periodo, quanto il fatto che siano esemplari unici e originali » , continua Locatelli. Inoltre – ed è anche questo che determina il loro valore, oltre alla bellezza intrinseca dello scatto - le foto sono suddivise per categorie, come fossero singoli tasselli tenuti insieme da una sorta di filo narrativo. « Nel collezionismo non basta che una foto sia bella. Naturalmente l’originalità e l’unicità sono fattori importanti - esistono scatti che non hanno nulla da invidiare a quelli dei grandi fotografi. Ma ciò che dà valore alle immagini è il collegamento tra loro. Fotografie scattate su una spiaggia in periodi diversi - nel 1920, nel 1930 e nel 1960 - mostrano uno spaccato della società e, insieme, l’evoluzione del costume » . Proprio alla Mia Photo Fair, in occasione della presentazione ufficiale di Photo Trouvée, Alidem proporrà un allestimento che mette in parallelo fotografie di quegli anni con quelle di oggi, scattate in situazioni analoghe ma in digitale, così da fare scaturire dal confronto diversità e suggestioni. « Lo stesso discorso si può fare con le foto di classi scolastiche, che ritraggono allievi in posa in aula: ad avere valore non è solo la singola foto in sé ma in quanto messa in correlazione con altre dieci, di classi diverse, provenienti da nazioni differenti. O ancora, penso a una serie di tuffatori che ricordano il famoso scatto di Nino Migliori nel 1951 sul molo di Rimini » . Tutto questo sarebbe impossibile senza un lungo e continuo lavoro di ricerca che, attraverso una rete di collegamenti con l’estero, permette di recuperare e presentare al pubblico immagini interessanti e collegate tra loro. « Normalmente in una galleria si cerca il fotografo di talento. Nelle Photo Trouvée, che sono anonime, la ricerca si concentra interamente sulle immagini: ne selezioniamo 500, anche 1000 per sceglierne 50 » , spiega Locatelli. I prezzi al pubblico variano dai 50 ai 200- 300 euro: a determinare il valore di uno scatto sono la rarità, le caratteristiche del soggetto, oltre che l’appartenenza a una serie. « Le foto vengono scelte sia per la loro bellezza e originalità – che sta anche nell’imperfezione –, sia per la storia che vi sta dietro. Una foto di Hitler con il braccio alzato nel saluto nazista non è particolarmente interessante. Una sua immagine sorridente mentre compie un gesto quotidiano lo è molto di più » .