Corriere della Sera - Sette

Cocktail Martini

- di Paolo Martini

Lo stesso Williams ha raccontato una volta che La carriola rossa era nata per l’affetto nei confronti di un vecchio pescatore nero di nome Marshall, un suo paziente che ripeteva di aver lavorato una vita nelle ghiacciaie dei pescherecc­i, immerso con tutte le gambe nel ghiaccio, e di non aver mai sentito davvero freddo ai piedi sulle navi ma solo dopo, a casa. «Mi piaceva quest’uomo, e pure suo figlio Milton. Nel suo cortile di casa ho visto la carriola rossa circondata dai polli bianchi. Suppongo che il mio affetto per il vecchio sia in qualche modo entrato nella scrittura». Si noti che nel testo finale non vi è assolutame­nte nessun riferiment­o, nemmeno implicito, a un antefatto “patersonia­no” del genere, seppure “così tanto dipenda”, evidenteme­nte, dalla casa del vecchio pescatore. Ne ha tenuto forse conto Vittorio Sereni per tradurre, nell’edizione Einaudi 1961, “so much dipend” in “Tanto s’affida…”

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