Corriere della Sera - Sette

Melisa Garzonio

Nudi i segreti della sua vera personalit­à

- Di

Genio, droga e amori appassiona­ti. La storia ha costruito una leggenda sui peccati di Amedeo Modigliani, Dedo per gli amici italiani, Modì ( la stessa pronuncia della parola francese maudit, maledetto) per quelli di Parigi, dove il nostro visse una dissipata bohème, condita con fiumi di assenzio e un numero sterminato di amanti, quasi tutte bellissime modelle con la pelle diafana, il collo lungo, gli oc- chi a mandorla, o addirittur­a assenti, due buchi neri scavati da due stelle in un viso ovale da idolo africano. Jeanne Hébuterne fu forse l’ultima, le altre si chiamavano Anna Achmatova, Beatrice Hasting, Elvira la Quique, Lunia Czechowska, Simone Thiroux, solo per ricordare qualche nome, con un’eccezione, l’anonima Ragazza rossa del 1915, una bellezza senza tempo che riassume l’ideale estetico di Modì: eleganza fiorentina, e sti- lizzazione cubista, senso tragico della vita. Di Jeanne, invece, si sa tutto: di 15 anni più giovane, era malata di tisi come il pittore, che la sposò e al quale darà una figlia che avrà il suo nome. Si tolse di mezzo, incinta di otto mesi, gettandosi dalla finestra del quinto piano, 48 ore dopo la tragica fine di Modigliani in ospedale, a soli 36 anni. Di lei e delle altre, Lolotte con il neo sullo zigomo, e Dedié con la bocca a fragola e il collo di cigno, ma soprattutt­o della vita esagerata dell’artista livornese, racconta la mostra Modigliani, a cura di Rudy Chiappini in collaboraz­ione con Stefano Zuffi, aperta fino al 16 luglio a Palazzo Ducale di Genova. Chi frequentav­a e, soprattutt­o, cosa e come dipingeva Modì? La risposta è da leggere in una trentina di dipinti e

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