Damien si sdoppia a Venezia
Chi farà più scandalo in Laguna, l’inglese Hirst, l’americano Guston o i protagonisti della Biennale?
è frutto di un lavoro durato dieci anni, e rappresenta il culmine dello stretto rapporto tra l’artista e il mecenate francese. L’opera di Hirst, artista imprescindibile della collezione, è già stata presentata due volte a Palazzo Grassi: nel 2006 in occasione della mostra inaugurale Where Are We Going? – l’esposizione prendeva il titolo proprio dall’opera Where Are We Going? Where Do We Come From? Is There a Reason? (2000–2004) dell’artista britannico – e nel 2007 in Una selezione Post-Pop. Nato povero 51 anni fa a Leeds, è diventato il capofila del movimento dei cosidetti Ybas (Young British Artists, 1997). Alle provocazioni di Hirst rispondono, dalla Gallerie dell’Accademia, le tele esistenziali dell’americano Philip Guston (1913-1980), figura capitale dell’Espressionismo astratto (dal 10 maggio) e, dal 13 maggio, i 120 artisti cooptati dalla curatrice francese Christine Macel per la Biennale che si svolgerà tra l’Arsenale e i Giardini. Viva Arte Viva, così s’intitola la 57esima edizione della mostra, che si propone come un percorso atematico, non ideologico, un viaggio, anzi, un transviaggio infinito negli infiniti universi dell’arte.