Vittoriana
I graffianti giudizi di Chesterton su scrittori come Dickens o Wilde ritraggono un’epoca ricca di spunti, dal neogotico al decadentismo
Autore di novelle metafisiche che ispirarono Borges, padre di Padre Brown, polemista instancabile, dotato d’un fragoroso ma a tratti inquietante senso dell’umorismo, antisemita prima che Hitler gliene facesse passare la voglia, G. K. Chesterton ( 1874- 1936) fu quasi un bolscevico del cattolicesimo, al quale si convertì in età adulta. Soprattutto fu capace di trovare il bello nel brutto, nei romanzi d’appendice, nella farsa e nelle pastorelle di ceramica, nell’araldica, nel nonsense e nelle figurine da collezione, nella pubblicità. Grasso e narcisista come Oliver Hardy, star del giornalismo, Chesterton fu anche un superbo critico letterario e un singolare storico della letteratura. L’età vittoriana nella letteratura, prima che una storia delle opere e degli autori dell’Ottocento inglese, è infatti un libro incantato, l’opera d’un grande autore del Novecento che rivendica la grandezza dell’età vittoriana e contemporaneamente ne prende le distanze. È un libro sontuoso, ingordo e sintetico insieme, nel quale si parla in primis del mondo, vale a dire della condizione umana, e solo in secundis del suo riflesso nella letteratura. Nelle pagine dell’autore de L’Uomo che fu giovedì e de L’Osteria volante ( appena ristampato da Lindau) ogni scrittore è un calco umano, una figura dello spirito. Prendendo poeti e romanzieri in parola, o meglio sul serio, Chesterton illustra le loro vite e opere ( all’occorrenza anche i loro miracoli) da poeta e romanziere: attraverso immagini e metafore. Dickens, per esempio: la sua apparizione sulla scena letteraria, scrive Chesterton, « assomiglia all’emergere di un’immensa folla » . O le sorelle Brontë: se Charlotte « scoprì il se- L’ETÀ VITTORIANA NELLA LETTERATURA di G.K. Chesterton, Adelphi 2017, pp. 211, 14 euro, eBook 6,99 euro L’OSTERIA VOLANTE di G.K. Chesterton, Lindau 2017, pp. 334, 24 euro, eBook 16,99 euro
XGLI EROI di Thomas Carlyle, Dall’Oglio 1981, pp. 339, s.i.p.
XDANTE GABRIEL ROSSETTI. VITA, ARTE, POESIA di Edvige Schulte, Liguori 1986, pp. 164, s.i.p.
XLA BALLATA DEL CARCERE DI READING di Oscar Wilde, BUR Rizzoli 2013, pp. 85, 9 euro, eBook 6,99 euro greto di dissimulare l’eccezionale nell’ordinario » , Emily « era scontrosa come un temporale a mezzanotte » . Di Thomas Carlyle, storico e filosofo d’incerta reputazione, « è degno di nota che il carattere romanzesco da lui attribuito alla Storia, lungi dal renderlo più parziale o inaffidabile, sia l’unica cosa che l’abbia reso moderatamente giusto » . Autore dell’utopia anarchica Notizie da nessun luogo, William Morris, scrive Chesterton, « seppe essere democratico nell’ombra » . Pittore e poeta, colonna del movimento preraffaellita, Dante Gabriel Rossetti « fu un uomo notevole per molti versi; non spiccò in nessuna arte e, se così non fosse, probabilmente non avremmo mai sentito parlare di lui. Fu questo felice talento per il parziale fiasco in entrambe le arti a decretare il suo successo » . Di Oscar Wilde, dice Chesterton, « non sopporto il modo sensuale in cui parla di sostanze morte, raso o marmo o velluto, come se stesse accarezzando una sfilza di cani e gatti » , ma « ritengo » che la sua Ballata del carcere di Reading sia « un’invocazione alla giustizia e alla fratellanza universali molto più profonda e più democratica di qualunque cosa abbiano mai pronunciato i socialisti, anche nelle pagine più audaci di G. B. Shaw » . Robert Louis Stevenson era un gigante perché « riteneva immorale trascurare il romanzesco » . Chesterton fu in qualche modo la summa e il revival di tutte queste particolari qualità vittoriane. Autore complesso, eccentrico e gotico insieme, scrisse da romanziere e poeta anche i suoi libri di teologo dilettante ( in Italia sono editi da Lindau). Fu uno degli scrittori più popolari del suo tempo. Luigi Pirandello, nel 1934, gl’involò per un soffio il Premio Nobel per la letteratura.