Relazioni imperfette nella Polonia del 1990
Questo “spazio cinema“chiude per rinnovo dei locali e delle pagine (in bocca al lupo). Dopo una certa incertezza, per sospendere il lavoro da recensore con un titolo adeguato, scelgo questo malinconico affresco della Polonia 1990. L’epoca è di cambiamento, il muro di Berlino è appena crollato, molte cose muteranno. Ma non è affatto sicuro che arriverà la felicità. Wasilewski è un regista giovane (classe 1980) che ha guardato bene i classici della sua terra, le parabole e i comandamenti di Kieslowski soprattutto. I luoghi sono quelli della mestizia quotidiana, palazzoni periferici in cui vivono, tetre prigioniere, quattro donne che sognano una vita diversa, l’amore possibilmente. I mutamenti della Storia sfiorano soltanto le piccole persone umane .Tutte giocano con sogni impossibili. Agata, ad esempio, che afflitta da un matrimonio senza grazia, spia con gli occhi del desiderio un bel sacerdote. O la graziosa Marzena, che da ragazza fu reginetta di bellezza, ma ora aspetta segnali dal suo uomo che se ne è andato a Berlino e forse non tornerà. Con un crescendo drammatico, ma senza forzature tragiche, il regista fa salire la tensione. Nessun sogno vivrà sino all’alba, cercare un attimo di euforia in una notte da bere, non sarà lieto ma dannoso. La secca inquadratura finale, con il corpo nudo della tenera Marzena, ferisce più di un grido. Insuperabile resta l’imperfezione delle relazioni umane.