Ricordate Pirandello? Giocava nell’Akragas
E il fantasista García Márquez, detto Gabo dai tifosi? Era il numero dieci del Macondo. Il nuovo album per far collezione di scrittori e calciatori
In letteratura non si inventa quasi più niente. E nel calcio meno che meno ( il 4- 2- 3- 1 è ormai come il noir, lo fanno tutti). Uno dei pochi, forse l’unico, ad aver inventato negli ultimi tempi qualcosa di nuovo nella letteratura come nel calcio è stato Silvano Calzini con le sue Figurine. Nella prima edizione erano cinquanta e mi erano piaciute così tanto che avevo scritto la postfazione ( qualsiasi cosa voglia dire) al libro. Adesso è uscita la seconda edizione e, invece di lasciare, Calzini ha raddoppiato: le figurine sono diventate cento. Per chi ancora non lo sapesse le figurine di Calzini ( cartelle le chiamavamo al Sud) sono proprio come quelle Panini, solo che al posto dei giocatori ci sono i letterati. Calzini costruisce « biografie di scrittori raccontati come assi del pallone » . E ce ne fornisce anche la ricetta ( lui la mette giù semplice, ma bisogna essere complessi per riuscire a essere così deliziosamente semplici): « Basta scorrere la biografia di uno scrittore, avere letto un po’ dei suoi libri, conoscerne la vita, la personalità e la psicologia, andare a scovare qualche tic o mania, mettere insieme il tutto, agitare bene ed ecco che viene fuori il ritratto di una splendida mezzala dai piedi buoni oppure di un roccioso difensore tutto grinta e ardore agonistico » . Faccio qualche esempio scegliendo tra la cin- quanta figurine nuove. Sostiene Calzini che Edgar Allan Poe è un portiere, anche se del numero uno, vista la sua angoscia assoluta, gli mancavano le caratteristiche fisiche e psicologiche: « Era instabile e insicuro e trasmetteva instabilità e insicurezza a tutta la squadra » . I fratelli Grimm erano due terzini, ma non due qualunque, essi furono “I Terzini”, fondarono l’archetipo della coppia, uno giocava in fascia destra, l’altro a sinistra, preso il pallone lo smistavano velocemente e precisamente ai centrocampisti, poi, a turno, « uno dei due si spingeva anche in avanti per scompaginare la linea difensiva degli avversari » . Il centrocampo è il regno di Voltaire ( in verità si chiamava François- Marie Arouet, « ma, secondo l’usanza brasiliana, come calciatore adottò uno pseudonimo » ) . Dai giornalisti fu ribattezzato philosophe « per le sue doti di regista » . Liberò il calcio dai vecchi dogmi e lasciò che ognuno giocasse come gli pareva. Inventò così il fantasista, l’atipico e non fu una invenzione priva di conseguenze. « Senza di lui non avremmo mai avuto George Best, Gianni Rivera, Diego Armando Maradona » . Tra gli attaccanti uno dei nuovi acquisti è Jane
Austen ( titolo: Quando il calcio era un gioco per signorine): « Un uccellino dalla tecnica sopraffina e dal gioco di gambe ubriacante e beffardo. Era un’ala destra, la più grande del calcio inglese insieme al leggendario Stanley Matthews » . Poi c’è Gabriel García Márquez ( « semplicemente “Gabo” per i tifosi » ) , il fuoriclasse del Macondo: « Fantasista colombiano dotato di grande tecnica e personalità » . Due capolavori, poi, sono le figurine di Dickens e Dumas, giganti in campo e sulla pagina. Infine, senza un ruolo preciso perché difficilmente ingabbiabile in un numero di maglia, Luigi Pirandello: « Sicilianuzzo di Agrigento, ha iniziato a giocare nell’Akragas, la squadra della sua città » . Nel gioco delle parti non fu subito capito dalla maggioranza della critica sportiva: « Pirandello era considerato un giocatore astruso, portato a complicare inutilmente un gioco semplice come il calcio, ma il tempo gli ha reso giustizia » . È incredibile quanti e quali effetti di rivelazione e di allegro straniamento Calzini è capace di produrre usando il calcese ( il gergo, spesso usuratissimo, con cui viene raccontato il gioco del pallone). Detto che Figurine ottiene il duplice risultato ( e il risultato, come sappiamo bene, è quello che conta) di parlare di calcio come se fosse letteratura e di parlare di letteratura come se fosse calcio ( con giovamento reciproco), bisogna aggiungere che l’autore, vecchio e generoso frequentatore delle mie rubriche come assistman, dribblatore e goleador, stravince la sua partita grazie a un contropiede linguistico fulmineo ed esaltante.