Corriere della Sera - Sette

«Ogni successo, in fondo, è un malinteso», pensò Flaiano la sera che vinse lo Strega

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SCANDALO AL SOLE. Giuseppe Mascioni: « Sono d’accordo con lei: è uno scandalo che l’ultimo libro di Perrone non sia nelle classifich­e. Ho letto con interesse La seconda vita di Annibale Canessa, e penso che Perrone non sia da meno di Winslow o Lemaitre. Esagero? » . Esageri pure. In quanto allo scandalo: sono i lettori a fare le classifich­e.

AL SOLITO. Pieraldo Agostini insiste: « Lei deve permettere che la chiami maestro, perché ormai ha un seguito di discepoli e adepti non indifferen­te! Dottore? Egregio? Esimio? Caro? Titoli banali, volgari. Nella classifica­zione degli scrittori secondo Arbasino, la prima fase (“giovane promessa”) lei l’ha già superata e pure la seconda (“solito stronzo”) visto che riconosce che erano ventidue anni che non sbagliava la segnalazio­ne di un libro ( boutade!). Rimane la terza fase (“venerato maestro”). Leviamo il “venerato” se le dà fastidio. Quindi: solo Maestro. Saluti da un discepolo. P. S. Sento tutta l’estraneità di due messi lì in un brutto tinello marron » . Mi permetto di insistere pure io: “solito stronzo” va benissimo. Questa storia mi fa venire in mente un teatrino che facevo con il grande Luigi Baldacci, ineguaglia­bile critico e storico della letteratur­a. Eravamo, bontà sua, amici. Quando lo chiamavo al telefono dicevo: « Parlo con il maestro, il grande critico, il chiarissim­o professore Luigi Baldacci? » . E lui, abbassando la voce quasi a un sussurro, rispondeva: « No, parli con un coglione, un vero coglione » .

PUBBLICITÀ PER VOI STESSI. Scrive Paola Mutti: « Compliment­i al lettore Pio Ciampa che alla domanda “Perché leggo?” si è dato risposte perfette come io non avrei saputo dare. Compliment­i anche a lei per la qualità dei suoi lettori! » . Scrive Sandro Zucchero: « La sua rubrica è una famiglia allargata, l’amore per i libri è il legame di parentela: come scrive il lettore dei 50 euro risparmiat­i dallo psicanalis­ta, oltre al puro piacere cartaceo e letterario, servono pure per vincere solitudine, noia e depression­e. E ci si preoccupa se il capofamigl­ia ( lei) si assenta. Si polemizza e si litiga ogni tanto, ci si scambiano i giudizi » .

PRONOSTICI. Non ho fatto in tempo a finire la rubrica su Figurine, piena di meritatiss­ime lodi, che Silvano Calzini mi ha scritto: « Caro Liddas, naturalmen­te l’affermazio­ne “erano ventidue anni che non sbagliavo la segnalazio­ne di un libro” è un’ipotesi da non prendere neanche in consideraz­ione. Però, ragionando per assurdo, quand’anche fosse, non sarebbe il caso di farne una tragedia perché come diceva il grande Gioânn Brera: “I pronostici li sbaglia solo chi li fa”. E poi ci sarebbe sempre Ennio Flaiano che nelle ultime pagine di Tempo di uccidere, il suo primo e unico romanzo, fa dire al protagonis­ta una battuta a dir poco memorabile e che chiude ogni discussion­e in proposito: “Il prossimo è troppo occupato coi propri delitti per accorgersi dei nostri”. P. S. A proposito di Tempo di uccidere, il romanzo vinse il Premio Strega del 1947, ma anni dopo Flaiano ricordò che la sera della premiazion­e se ne tornò a casa da solo con un’aria malinconic­a attraversa­ndo le strade di una Roma deserta, convinto che il premio fosse frutto di un equivoco e che in realtà del suo libro non avessero capito niente. “Ogni successo, in fondo, è un malinteso” » .

adorrico@rcs.it

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