Un giro a Manhattan fatto a regola d’arte
Metropolitan e MoMa a parte, ecco le altre imperdibili tappe. A cominciare dal Whitney
Siete stati al Metropolitan di New York, conoscete il MoMa sala per sala e avete già visitato il Guggenheim? Allora è arrivato il momento di scoprire qualcuno degli altri ( numerosissimi) musei di Manhattan ( nycgo. com). Prima imprescindibile tappa il Whitney Museum of American Art dove, fino all’ 11 giugno, è di scena la Biennale, la prima realizzata nella nuova sede progettata da Renzo Piano nel Meatpacking District. Sessantatré artisti affrontano con opere che spaziano dalla pittura alle installazioni, dalla fotografia alla musica, ai video- game temi legati alla società, alla politica, all’economia. Date un’occhiata anche alla collezione permanente del museo: oltre ventimila pezzi che offrono una panoramica completa dell’arte americana del XX e XXI secolo firmati da George Bellows, Charles Demuth, Yasuo Kuniyoshi, Edward Hopper, Alexander Calder… ( a lui è dedicata la mostra “Calder: Hypermobility” che sarà inaugurata il 9 giugno sempre al Whitney). L’ingresso principale del museo è sulla
High Line, il parco costruito lungo i bina- ri di una vecchia ferrovia sopraelevata che da qui arriva fino alla 34th. Sempre all’arte contemporanea, ma non solo americana, è dedicato il Met Breuer, nuovo avamposto del Metropolitan aperto un anno fa su Madison Avenue nell’Upper East Side, a pochi isolati dal museo madre, nell’edificio in stile bauhaus disegnato da Marcel Breuer ex sede del Whitney. Tra le mostre da non perdere: “Maine” di Marsden Hartley’s ( fino al 18 giugno) e “A Moltitude of Forms” di Lygia Pape ( fino al 23 luglio). Oltre gli occhi, il Met soddisfa anche il palato. All’interno del museo il Flora Bar, ristorante gourmet degli chef Ignacio Mattos e Tho-
mas Carter, ha un menù sontuoso: si va dagli antipasti ( un trionfo di tartare di tonno con semi di lino tostati, croquette ripiene di formaggio, trucioli di prosciutto iberico, crudo di crostacei) ai piatti forti ( aragosta del Maine, halibut con funghi selvatici) con una spiccata predilezione per il pesce. È dedicato all’esodo africano il Caribbean Cultural Center African Diaspora Institute aperto ad Harlem lo scorso ottobre: qui attraverso mostre e performance ma anche corsi, workshop e tour guidati si ripercorre la storia del Barrio e s’indaga l’anima meticcia di questa fetta di Manhattan, prima italiana, poi portoricana e nera, dove Sognando New York Il ponte di Brooklyn a New York e il Met Breuer, nuovo avamposto del Metropolitan Museum. convivono la cultura caraibica, l’africana, la latino- americana ( da vedere la mostra “Home, Memory, and Future”). Per la notte un indirizzo strategico proprio nel cuore di Manhattan, The Chatwall. In un palazzo del 1905 ( la facciata è ancora quella di un secolo fa) disegnato da Stanford White, l’albergo ha un’atmosfera molto intima: l’atrio degli ascensori è un raccolto salottino, le grandi suite sono di un lusso discreto, il ristorante, ospitato nel The Lambs Club, tra i luoghi più celebri della scena teatrale americana nel XX secolo, sfoggia un settecentesco camino francese e un menu di cucina creativa ( thechatwalny. com, da 420 euro, se cercate una soluzione più economica sempre in piena Manhattan prenotate all’Hudson, morganshotelgroup. com).