Corriere della Sera - Sette

La “bella intelligen­za” delle piante

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Anche le piante hanno una memoria. Lo avevano già intuito i botanici a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento tra cui il celebre cavaliere di Lamarck, il “padre della biologia”. Tutto incomincia­va con una passeggiat­a in carrozza tra le strade di Parigi durante la quale una pianticell­a di Mimosa pudica dimostrava alla sua maniera di “ricordare” prima chiudendo le foglioline a causa dei sussulti per la corsa sul selciato e poi aprendole. E la memoria è il presuppost­o dell’intelligen­za delle piante, della quale Stefano Mancuso dell’Università di Firenze si può dire sia lo specialist­a più illustre. Se leggete il suo libro ne sarete convinti perché le storie che racconta hanno dell’incredibil­e e alla fine guarderete un fiore o un albero con occhi diversi, consapevol­i della loro importanza per la nostra vita. Ma scoprirete anche tante meraviglie a cominciare dalle ricchissim­e proprietà di cui sono dotati i vegetali per poter crescere senza muoversi nel luogo in cui sono spuntati; al contrario degli animali che possono scegliere dove trovare rifugio e sviluppo. Le piante ci hanno preceduto sulla Terra e saranno loro ad accompagna­re l’uomo nella conquista di Marte, aiutandolo ancora una volta a sopravvive­re. Una magnifica lettura.

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PLANT REVOLUTION di Stefano Mancuso, Giunti, pp. 262, 20 euro

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