Così si sta preparando Marine Le Pen, la donna dalla rosa blu senza spine
Alla vigilia delle elezioni presidenziali francesi
Ecco le strategie (politiche e non) della candidata del Front National per conquistare la vittoria. A cominciare da un cambio di iconografia più morbida e da alcune “alleanze” che strizzano l’occhio a una normalità (ma senza troppo esagerare) ricercata per tutta la vita
Mancano pochi giorni e 1,7 chilometri alla presidenza della Francia. Nel quartier generale al 262 rue du Faubourg Saint- Honoré, « Marine » ( del cognome Le Pen non c’è più traccia) illustra sorridente i simboli della volata finale verso il potere. Intanto il nome dato ai locali, « l’Escale » : l’Eliseo si trova al numero 55 della stessa via, questo posto nelle intenzioni non è che una « tappa » , l’ultima, prima del trionfale trasferimento verso il palazzo che dall’inizio della V Repubblica nel 1962 ha ospitato De Gaulle, Pompidou, Giscard, Mitterrand, Chirac, Sarkozy e infine Hollande, il presidente più impopolare della Storia e colui che « Marine » chiama « il vice- cancelliere di Angela Merkel » . « L’Eliseo è a due passi, sarà facile traslocare » , dice lei. « Poi finalmente ridaremo alla Patria la sovranità che l’Europa le ha confiscato » . Il 23 aprile e il 7 maggio la Francia sceglierà il suo nuovo capo di Stato per i prossimi cinque anni e Marine Le Pen si sente pronta. È diventata presidente del Front National il 16 gennaio 2011 al congresso di Tours succedendo al padre Jean- Marie Le Pen, il paracadutista reduce dell’Indocina e dell’Algeria francese che nel 1972 aveva fondato il partito mettendo insieme un gruppuscolo di ex collaborazionisti di Vichy, nostalgici della monarchia e ammiratori del Msi, scegliendo come simbolo la fiamma tricolore adattata ( il blu al posto del verde) dal movimento neofascista di Giorgio Almirante. Oggi il padre Jean- Marie e quel simbolo tetro ( la tomba di Benito Mussolini a Predappio) sono assenti. Per fare l’ultimo balzo verso l’Eliseo, « Marine présidente » ha scelto tutta un’altra iconografia: il logo della sua campagna è una rosa, simbolo di femminilità, ma blu, « perché nel codice dei fiori una rosa blu significa rendere possibile ciò che sembra impossibile » . In effetti, Le Pen alla presidenza della Repubblica fino a cinque anni fa era fuori dell’ordine delle cose. Quando il padre Jean- Marie si qualificò fortunosamente per il ballottaggio il 21 aprile 2002, complici l’astensione e le divisioni della sinistra che si sparpagliò tra diversi candidati, sembrava che il mondo stesse per crollare, ci furono lacrime e manifestazioni. La mobilitazione della « Francia repubbli-
cana » fu tale che al secondo turno l’avversario di Jean- Marie Le Pen, uno Jacques Chirac pur stanco e indebolito dagli scandali, vinse con la percentuale record dell’ 82%. Oggi in effetti ciò che sembrava impossibile non lo è più, da almeno tre anni i francesi danno per scontato, acquisito e digerito che Marine Le Pen arriverà nelle prime due posizioni di testa la sera del 23 aprile e si qualificherà quindi al ballottaggio del 7 maggio. La vittoria finale non è sicura, ovvio, ma decisamente possibile. La corsa all’Eliseo è diventata una inedita e incerta partita a quattro con Emmanuel Macron ( En Marche!, centrista), Jean- Luc Mélenchon ( la France insoumise, sinistra radicale) e François Fillon ( Les Républicains, destra). Ma se Marine dovesse essere eletta presidente, nel diluvio di commenti tutto si potrà dire, meno che sarà stata una sorpresa. « La rosa è un fiore tradizionalmente associato alla sinistra ( da sempre il simbolo del partito socialista, ndr) mentre il colore blu evoca la destra - continua Marine -. Trovo che rappresenti bene la mia proposta politica. La rosa blu
«L’Eliseo è a due passi, sarà facile traslocare. Poi finalmente ridaremo alla Patria la sovranità che l’Europa le ha confiscato»