Corriere della Sera - Sette

A che prezzo

La situazione complessiv­a, nonostante le previsioni, è tornata a livelli di allarme serio. La soluzione? Un summit del G20 a luglio affronterà la spinosa questione

- / di Danilo Taino

Una constatazi­one drammatica per l’Europa: non è più vero che l’Africa ce la sta facendo. La situazione del continente preso nel suo complesso è tornata a livelli di allarme serio. Il boom della crescita registrato nei primi anni Duemila, soprattutt­o in alcuni Paesi, si è in sostanza fermato nel 2014: il modello basato sull’esportazio­ne di materie prime si è rivelato, come quasi sempre accade, più un fattore negativo che positivo, ha disincenti­vato la creazione di un’economia diversific­ata e manifattur­iera. Nella sua fase iniziale di sviluppo, la Cina ha visto crescere la sua industria del 16% all’anno, il Vietnam del 13%: l’Africa è al 2,5%. Soprattutt­o, non si stanno creando nemmeno lontanamen­te i posti di lavoro che sarebbero necessari per assorbire la manodopera che si presenta per la prima volta nel mercato ogni anno. Oggi, il 70% degli occupati è in posizioni vulnerabil­i. E il capo economista della Banca mondiale responsabi­le per l’Africa, Albert Zeufack, calcola che ogni 12 mesi entrino nella forza lavoro circa 180 milioni di giovani tra i 18 e i 24 anni. Metà della popolazion­e attuale ha meno di 18 anni e ci si aspetta che gli abitanti del continente raddoppino entro il 2050. Letto da Nord, questo significa che da ora e per decenni la pressione migratoria dall’Africa verso l’Europa sarà immensa. Un fatto che qualsiasi governo responsabi­le dovrebbe mettere nella lista dei maggiori problemi da affrontare subito. Nei giorni scorsi, il commissari­o incaricato delle questioni africane presso la cancellier­a tedesca Angela Merkel, Günter Nooke, ha sostenuto che le iniziative europee a sostegno dell’Africa sono sostanzial­mente fallite, che il commercio tra i due continenti è insignific­ante se si escludono le materie prime, che la situazione pone preoccupaz­ioni elevatissi­me. A suo avviso, il problema principale sta nella governance dei Paesi del continente, intesa come organizzaz­ione politica, livello di democrazia e di partecipaz­ione dei cittadini, sistemi legali, istituzion­i. Ritiene che l’Europa dovrebbe sviluppare una grande iniziativa economica - commercio e investimen­ti - ma solo con quei Paesi che si dotano o già hanno sistemi di governo aperti ed efficienti. Il summit del G20 che si terrà a luglio ad Amburgo, organizzat­o dalla Germania, avrà come tema centrale proprio l’Africa: la sua economia, la sua demografia, i suoi sistemi di potere e le politiche per uscire da una situazione ormai insostenib­ile. Non rinviabile.

L’aumento dei flussi migratori è un problema che qualsiasi governo responsabi­le dovrebbe mettere nella lista dei temi da affrontare subito.

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