Corriere della Sera - Sette

Quegli eroi un po’ bionici del progresso

C’è un rapporto sempre più intenso tra disabilità e tecnologia

- di Alessandro Cannavò

Il medico Giambattis­ta Tshiomba, tetraplegi­co, che si mostra in pubblico nuovamente eretto dentro l’ « armatura » di un esoschelet­ro; Bebe Vio che parla con disinvoltu­ra e competenza delle sue nuove mani, protesi che le permettono di muovere le dita « per prendere bene la forchetta o truccarsi come si deve » ; il ricercator­e Pasquale Fedele che sviluppa i comunicato­ri aumentativ­i cerebrali per persone colpite da ictus o portatrici di Sla. C’è un rapporto sempre più frequente e intenso tra disabilità e tecnologia. Una volta apertosi alla società, quel mondo un tempo “invisibile” ai più ( e ora fortunatam­ente sempre più presente sui media) non solo rivendica pari condizioni per trasformar­si da peso a risorsa sociale ed economica, ma stimola i laboratori della ricerca. E si rende disponibil­e alle sperimenta­zioni. Un atteggiame­nto di apertura mentale e di positività nei confronti del futuro che deve essere da lezione per tutti. È straordina­rio come la disabilità si sia posizionat­a nel giro di pochi anni al centro di un discorso su una società più giusta e inclusiva. Una società “per tutti”. La realtà è ancora ben lontana da tale proposito; ma questi protagonis­ti ( un po’ “bionici”) del progresso tecnologic­o possono diventare gli eroi di una nuova narrazione.

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