Corriere della Sera - Sette

CU PIGGHIA ‘U TURCU È SUU

Chi cattura il turco ha diritto a farne uno schiavo (Sicilia)

- Giuseppe Di Piazza

È un detto trapanese che risale ai tempi delle scorrerie saracene in Sicilia, settimo e ottavo secolo della cristianit­à, prima che gli arabi conquistas­sero definitiva­mente l’Isola. La parola“turco”, nella generosa visione che i siciliani hanno sempre avuto dell’altro da sé, comprende non solo i sudditi dei sultanati di Istanbul ma anche ogni essere umano con la pelle poco poco più scura. I neri, ancora oggi, per alcuni vecchi siciliani sono“turchi” o, più affettuosa­mente,“turchicied­di”. Le scorrerie, come dimostra il detto, non andavano sempre bene ai saraceni. Capitava che nella disfatta qualche moro rimanesse fregato sugli scogli, destinato quindi a divenire schiavo della famiglia siciliana che l’aveva catturato. Un diritto al possesso che è il perfetto contrappas­so alla razzia. Qualcosa che ricorda tanto gli abusi

che noi commettiam­o mentre qualcuno, nei decenni, abusa del Paese.

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