Corriere della Sera - Sette

Teletraspo­rto e chef privato per tutti

( e i l mare anche a Bolzano...)

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Scettro, corona e un regno in cui fare quello che si vuole. Cose utili e cose futili, per se stessi e per gli altri. Oggi il privilegio tocca a Tania Cagnotto, 31 anni, tuffatrice, medaglia olimpica e mondiale

DA QUANDO SONO IMPERATRIC­E le gare di tuffi me le guardo da casa. Mi godo la vita da sovrana. Però continuo il mio progetto Arena Acquamica in cui promuovo le attività in acqua con i bambini, affinché non ne abbiano mai paura. Ho istituito l’obbligo di fare sport sin da piccoli e in tutte le scuole, basta che se ne scelga uno solo, senza disperdere tempo ed energie. Solo così si ottengono risultati. I genitori però devono fidarsi degli allenatori, senza metterli continuame­nte in discussion­e. Il mio regno è un posto magico: è Bolzano, la mia città, ma con il mare. Qui ho vietato tutte le armi, non ci sono più guerre, né violenze o incidenti. Le ho lasciate solo agli atleti delle discipline di tiro con carabina e pistola. Loro le usano per lo sport e non per fare del male. I falsi, gli ipocriti e gli egoisti sono banditi dal mio impero. Ci si muove con il teletraspo­rto, l’ho voluto io. Non mi andava più di prendere aerei, ultimament­e mi facevano paura. Tutti hanno a disposizio­ne uno chef privato, che in cinque minuti cucina cibi prelibati. Io scelgo sempre pizza, gelato e piatti con lo speck dell’Alto Adige. Per tutte le mamme e per chi è impegnato nel sociale, soprattutt­o con i bambni, ci sono ulteriori privilegi. Se li meritano. Quando devo prendere decisioni importanti mi consulto con mio marito. Ha un solo difetto: non ama ballare. Io sì. Per questo per le strade di tutto il regno risuonano sempre canzoni latino americane. La mia reggia ha una piscina piccola e con l’acqua calda. La uso per rilassarmi, non per allenarmi. Ho anche una sauna gigante, una palestra e una taverna, la parte che amo di più. Faccio grandi feste con gli amici, i colleghi della Nazionale, la mia compagna di gara Francesca Dallapé. E qualche volta sì, invito pure le storiche rivali cinesi. Sono pur sempre un’imperatric­e sportiva…

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