Totti non lo faccia! È un azzardo
TOTTI DICE A VIERI: «Lo sai che mio nonno è morto mentre giocava a scopa?». E Vieri addolorato: «Collasso?» Totti: «E che ne so, mica je stavo a guardà le carte!» Era fantastico, «quel» Francesco Totti che nel 2003 aveva il fegato di ridere di se stesso firmando il libro Tutte le barzellette su Totti. E aveva ragione, Walter Vetroni, allora sindaco di Roma, a scrivere: «Conosco personalmente Francesco Totti, conosco la sua disponibilità e la sua sensibilità verso i problemi della città di cui è, ormai, uno dei simboli. Francesco è una persona vera, profondamente carica di umanità, vicina alla gente…» Parole spese bene. Il Totti che insiste negli spot al gioco d’azzardo è lo stesso Totti della barzelletta sul nonno che giocava a scopa? No. E proprio chi tifa per lui vive come una frattura insopportabile lo strafottente menefreghismo con cui un uomo ormai di mezz’età come lui, padre di tre figli, senza la minima preoccupazione economica, se ne infischia non solo degli allarmi per i danni sanitari e sociali causati dalla peste dell’azzardo ma anche degli appelli: per favore, smettila. Tra gli ultimi, quello di un istituto pratese, poi sottoscritto da migliaia di alunni di decine e decine di scuole italiane: «Caro Francesco, siamo un gruppo di studenti del Liceo Copernico di Prato. (…)Tu sei non solo un grande campione, ma rappresenti anche il calcio pulito, onesto, dell’impegno e della fedeltà alla squadra; hai una bella famiglia, sei disponibile ad azioni solidali e di sostegno a tanti meno fortunati di te: per molti giovani sei, quindi, un punto di riferimento e da imitare. Ci chiediamo, quindi, come sia possibile che tu ti sia prestato a pubblicizzare un gioco, apparentemente innocuo, ma che può danneggiare gravemente le persone e condurre alla dipendenza, come si dice velocemente alla fine dello spot, come se si trattasse di un pericolo di poco conto. Sappiamo che è legale, ma dietro l’azzardo, perché di questo si tratta, c’è un giro di interessi economici che con l’onestà hanno molto poco a che fare e che lucrano sulla disperazione e la debolezza delle persone…» Niente da fare. Lui tira diritto. Indifferente (speriamo per ignoranza, quella che gli fece dire frasi tipo «se sapevo che rimanesse avrei detto rimane») a ogni allarme. Come quelli del sociologo Maurizio Fiasco. Il quale, premiato da Mattarella proprio per la lotta all’azzardo, ha spiegato e rispiegato che il “10 e Lotto” (che prevede estrazioni ogni 5 minuti e con una app consente di «giocare i tuoi numeri fortunati direttamente dal tuo smartphone») è una cosa del tutto diversa dal vecchio gioco del Lotto perché proprio la ripetitività innesca la dipendenza compulsiva. «Il mio calvario con l’azzardo è iniziato qualche anno fa», ha raccontato Luca su www. iogiocopulito.it: «Tutto è cominciato andando a comprare un maledetto pacchetto di sigarette, mi avanzavano dei soldi e giocai la mia data di nascita: 3 ambi e un terno.Vinsi 8.000 euro circa e li diedi come anticipo per l’acquisto di una macchina nuova; da lì a tre anni l’ho dovuta rivendere… non riuscivo più a pagare le rate. Poi ci fu il 10&Lotto che si può giocare ogni 5 minuti; lì è stato l’inizio della fine: in tutto ho perso 40.000 euro...» Totti li guadagna facendo l’occhiolino in uno spot. Gli altri no…