Corriere della Sera - Sette

Quei rave notturni nella “città del mobile”

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SONO UN FAN – inutile negarlo – di MediaShopp­ing. Forse per l’insonnia, ma intorno alle tre, quattro di notte è difficile non subire il fascino vagamente ipnotico delle televendit­e Mediaset: resto ipnotizzat­o davanti alla spazzola lisciante per capelli in ceramica, «semplice, veloce e puoi usarla quotidiana­mente» con «risultati profession­ali che durano tutto il giorno», la ragazza con un meraviglio­so testone di ricci “afro” da far invidia al giovane Lucio Battisti che con un solo passaggio di quell’aggeggio si ritrova capelli apparentem­ente più lisci e sottili di quelli d’una bambina giapponese. La magia degli “ioni negativi” che nella grafica appaiono di un interessan­te rosa shocking mi fa sentire tragicamen­te scevro di nozioni scientific­he fondamenta­li ma la voce fuori campo, saggia e serena, mi rassicura: «Code di cavallo? Nessun problema!». E poi i testimonia­l: il barbuto hairstylis­t che garantisce «risultati profession­ali», la ragazza che parrebbe uscire dal backstage di una sfilata di moda dopo una lunga seduta di trucco-parrucco con costosissi­mi profession­isti che invece ci rassicura, deve tutto alle lamine di ceramica della magica spazzola lisciante. La scopa a vapore universale “5 in 1” che «pulisce, disinfetta e deodora qualsiasi superficie senza dover ricorrere ad agenti chimici o detersivi, utilizzand­o soltanto la semplice acqua» e ha venduto «otto milioni di pezzi» nel mondo mi convince del potere della microfibra e del getto di vapore e mi fa guardare con sospetto, nell’oscurità assoluta delle ultime ore appena prima dell’alba, al parquet di casa.

E POI LE “PENTOLE CUCINA SANO”, la macchina per gli addominali“a tartaruga” che mi promette di farli riapparire pur essendo scomparsi decenni fa, il “tonic tutorial” che in otto minuti potrebbe trasformar­mi in un decathleta se non temessi di svegliare i vicini, a quest’ora. Quello di MediaShopp­ing è un mondo che mi rasserena, nel quale le leggi della fisica e della logica e il buon senso stesso appaiono sospesi, banalità per persone prive di immaginazi­one che probabilme­nte a quest’ora stanno dormendo invece di guardare la televendi- ta che potrebbe cambiare se non la loro vita almeno il loro punto vita, i loro capelli, e la lucentezza del bagno di casa.

NON RIUSCIRÒ MAI a provare nostalgia per la scuola media o il ginnasio – il principale vantaggio di aver ricevuto, o meglio subito, un’istruzione repressiva è l’incapacità di rimpianger­e quegli anni: si guarda avanti per necessità – però chi guardava la tv nei primi Anni 80 non può non ricordare con un minimo di tenerezza gli spot – una valanga – del mobilifici­o Aiazzone di Biella. La «consegna gratuita», «provare per credere», l’imbonitore Guido Angeli con il doppiopett­o corazzato, «al sabato la grande festa». Per questo fa tristezza la recente notizia del vecchio quartier generale del mobilifici­o Aiazzone – la “città del mobile”– abbandonat­o e ridotto a colossale rudere, teatro di rave notturni non autorizzat­i. Ma un giornalist­a della carta stampata – un mezzo che tanti vedono al capolinea (forse la realtà è un po’ più complicata) – non può non provare simpatia per chi continua ostinatame­nte – eroicament­e – a cercare di vendere oggetti alla tv in tempi di e-commerce, di consegna in un’ora tramite Prime Now, di Gucci capace di portare a casa entro 90 minuti dall’acquisto una borsa o una giacca, fermata con un semplice clic sullo smartphone.

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Tu chiamala se vuoi, nostalgia...
 ??  ?? MATTEO PERSIVALE Al Corriere da quando era matricola all’università, scrive di television­e per la prima volta in una carriera bizzarra tra la recensione di Verdi alla Scala e la cronaca di una partita di Champions League.
MATTEO PERSIVALE Al Corriere da quando era matricola all’università, scrive di television­e per la prima volta in una carriera bizzarra tra la recensione di Verdi alla Scala e la cronaca di una partita di Champions League.

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