La Cina non è vicina
LA COSA PIÙ BELLA di questa foto è ciò che non si vede: il battello carico di turisti cinesi, che viaggia verso un mondo diverso e, chissà mai, meraviglioso. Il soldato nordcoreano messo a guardia dei confini occidentali lo segue con occhi tristi, immalinconito forse dalla bici da donna dotata di cestino che gli è stata assegnata, forse da quella promessa di spensieratezza contenuta in ogni barca di turisti. Noi il battello non lo vediamo. Ma lui, povero soldato, sì. Il suo compito è ingrato: impedire al futuro di entrare in Nord Corea. La minaccia
non è rappresentata solo dagli invasori, ma anche da chi di passaggio potrebbe far vivere al popolo soggiogato dalla stirpe di Kim Il-sung un qualunque sogno confortevole. Lui, il soldato tra gli alberi, guarda e si ingobbisce malinconico. Non vede minacce. Sente solo il peso delle cose che il suo pericoloso leader bambolotto, Kim Jong-un, impone ai 24 milioni di concittadini: isolamento, violenza, corruzione, stalinismo fuori tempo massimo. Bici sbagliate.