Corriere della Sera - Sette

Perché ci chiedono di pagare bollette inventate?

- di Massimo Sideri

Avete sottoscrit­to un nuovo contratto per l’elettricit­à o il gas a vostra insaputa rispondend­o al telefono? Siete in buona compagnia. Vi spieghiamo come è successo. E come evitarlo in futuro

PREMESSA: TUTTO CIÒ CHE DIRETE potrà essere usato contro di voi (e contro la vostra bolletta). Anche: «Sì, sono io». Anche: «Sì». Anche: «S...». A dire il vero anche ciò che non direte... Partiamo dalla trascrizio­ne di una telefonata a un privato cittadino. Telefonata reale, molti di voi ne hanno ricevuta una simile (preparatev­i a una sintassi approssima­tiva, ma la telefonata arriva, evidenteme­nte, dall’estero):

«Io sono Anna bzzzzzz ( incomprens­ibile, ndr) e la sto contattand­o dall’Ufficio Consumator­i di Energia Elettrica. Stiamo chiamando perché ci risulta che lei sulle ultime tre fatture per questo anno ha pagato più del dovuto. E proprio per questo motivo stiamo chiamando oggi per verificare una di queste fattura e vedere quando ha pagato di più e che cosa possiamo fare che nelle prossime fatture di eliminare questo. L’ufficio fa parte di autorità statale energia elettrica e gas e un officio amministra­tivo che si occupa di consumator­i e stabilisce i prezzi una volta che vediamo qualcosa che non va, in questo caso il cliente paga più del dovuto, si interviene da questa

parte. Siccome questa settimana siamo nella sua zona stiamo chiamando anche lei per verificare e per vedere. Gentilment­e mi trovi fattura, verifichia­mo insieme...». Alcune informazio­ni di base: A) Non esiste nessun Ufficio Consumator­i Energia Elettrica. B) Le società elettriche – anche l’Enel, come vedremo – pretendono il pagamento dagli utenti anche quando è evidente che questi ultimi sono vittime di subagenzie che usano metodi disinvolti nella raccolta dei consensi. Figuriamoc­i se le società elettriche chiamano per dirci che abbiamo «pagato più del dovuto». C) Se la società elettrica sa che abbiamo pagato più del dovuto, perché ci chiede di prendere la bolletta e leggerglie­la? Risposta: perché chi chiama ha bisogno del numero della fornitura per cambiare il vostro contratto. A vostra insaputa, ovviamente. Benvenuti nel libero mercato dell’elettricit­à e del gas! Per quattro settimane mi sono dedicato all’argomento e – credetemi – ho l’emicrania. L’Inferno dantesco è un luogo ordinato rispetto alle normative in materia di forniture elettriche, che si intreccian­o e spesso si contraddic­ono. Anche per questo proliferan­o i raggiri. Niente hacker criminali e ricatti, come quelli che hanno bloccato milioni di computer nella prima metà di maggio. Qui siamo fermi all’inganno analogico. Ma inganno resta. I tribunali si muovono, ma non basta. Il 17 marzo è stata pubblicata la sentenza n. 498-2017 del Tribunale di Benevento sull’appello di Enel Energia contro un utente, il quale si era lamentato di «addebiti illeciti» e aveva fatto notare che la cosa era avvenuta «senza alcuna manifestaz­ione di volontà o stipula di un nuovo contratto» (entrambi i virgoletta­ti sono del magistrato). Il contratto era stato modificato da una società intermedia­ria; ma poi era stata Enel ad agire in giudizio contro l’utente. La decisione del Tribunale? A favore dell’utente, contro Enel Energia.

UN CASO ISOLATO? «Dal 2010, da quando siamo passati a un mercato parzialmen­te libero», racconta l’avvocato Francesco Luongo, che ha seguito questa causa in qualità di presidente del Movimento di Difesa del Consumator­e, «ci sono state almeno 30mila attivazion­i non richieste». Secondo Luongo, un tipico raggiro è «l’attivazion­e a nome di un morto». In altri casi, il sospetto è che vengano usati software di editing vocale per spostare le risposte giuste al posto giusto. Dico «Sì» quando mi domandano «Lei è il signor Sideri?». E quel «sì» diventa la risposta a un’altra domanda, del tipo «Vuole cambiare contratto?». Fonti di parte, potreste pensare. D’accordo. Per questo ci siamo rivolti all’Enel che sembra consapevol­e della situazione, poiché

ha attivato un “servizio di quality call”, cioè un controllo di qualità per verificare come operano le agenzie a cui viene subappalta­ta la ricerca di nuovi

Dico «Sì» quando mi domandano «Lei è il signor Sideri?». E quel «sì» diventa la risposta a un’altra domanda, del tipo «Vuole cambiare contratto?»

clienti. Una delle principali cause di annullamen­to del contratto – ci spiegano – è il “disconosci­mento della firma”. Traduzione: la firma non c’era, o era falsa, probabilme­nte aggiunta da qualche agente in cerca di provvigion­i facili. L’Enel nel 2016 ha effettuato, oltre alle “quality calls”, 6.500 verifiche dirette. Su questa base, sono stati allontanat­i 160 agenti e 10 agenzie esterne hanno perso il contratto. Mica poco. Dunque, non sarebbe meglio fare più controlli? Dal 1˚ gennaio 2017 Enel è stata costretta anche a cambiare denominazi­one per una delle due società con cui opera. Enel Energia è infatti il nome con cui si muove sul mercato libero; Enel Servizio Elettrico, il nome della società con cui agiva sul settore a maggior tutela (quello dove ancora vigono le tariffe determinat­e dall’Autorità). C’era il rischio di confondere gli utenti, ha deliberato l’Autorità per l’Energia Elettrica. Ora Enel Servizio Elettrico si chiama Servizio Elettrico Nazionale. E gli altri operatori? Spiega un portavoce di Enel: «Spesso abbiamo riscontrat­o il comportame­nto scorretto di competitor che si sono spacciati per Enel, proponendo propri contratti. In alcuni casi, hanno anche diffuso notizie false su Enel». Esistono vertenze giudiziari­e in corso. Ma è difficilis­simo ottenere documentaz­ione su questi scontri legali. Non aiutano le denominazi­oni delle società, come emerge in un’altra sentenza (1600 /2016, ancora

Tribunale di Benevento). L’utente Mario Antonacci si ritrova con Enel Energia Spa, Enel.Si Srl società con unico socio, e Denel Srl. Notare che la Enel.Si Srl fa parte di Enel Spa, mentre la Denel no. Confusione casuale o voluta?

NON AIUTA NEMMENO

una normativa contraddit­toria che spinge Enel a far causa agli utenti. Il paradosso è questo. Da un lato il Codice del Consumo – che recepisce la normativa europea – afferma che, in caso di contratti illeciti, nulla sia dovuto. Ma, per quanto possa sembrare assurdo, la delibera 153 del 2012 dell’Autorità del settore sostiene che, anche in casi come questi, si può detrarre solo la quota di commercial­izzazione.

Insomma: quando arriva la fattura, si è costretti a pagare, anche se la firma sul contratto non è la

nostra. Salvo poi andare dal giudice. Questo perché la bolletta ingloba l’intera filiera del mercato. A sua volta Enel deve pagare (come il distributo­re Terna); e tutto ricade sull’utente. L’unico piccolo David contro diversi grossi Golia. Non hai firmato? Paghi. Ti arrivano bollette a sorpresa da migliaia di euro? Paghi. Molte cause vanno avanti da anni. La sentenza di Benevento del 2017 si riferisce a una vicenda del 2010 (proverbial­e velocità della giustizia italiana!). Perché in questo periodo assistiamo a una recrudesce­nza della “telefonata selvaggia” e della caccia al cliente porta a porta? C’è chi dice che Enel ha acquistato grossi quantitati­vi di gas dall’estero; e deve piazzarli. Ma la vera ragione è un’altra: il regime di tutela del prezzo ha i mesi contati. Il Ddl concorrenz­a, in esame in Parlamento, prevede che dal 1° luglio 2018 il settore energia passi definitiva­mente al mercato libero. La fase di transizion­e sta alimentand­o il far-west: si cerca di catturare più clienti possibili. Le agenzie subappalta­nti – anche se, come abbiamo visto, rischiano di essere allontanat­e dall’Enel – tentano il tutto per tutto. Sono infatti pagate, quasi sempre, in base al numero di contratti che portano. Quando i numeri non tornano, la tentazione di trovare scorciatoi­e sale. L’assenso per il cambio di contratto non c’è? S’inventa. Come se ne esce? Pochi giorni fa, appena prima di chiudere questo numero di 7, Enel ci ha informato: «Non chiameremo più al telefono potenziali nuovi clienti per stipulare contratti di elettricit­à e gas, a partire da fine maggio. Da questa data in poi, le attività di contatto telefonico saranno effettuate soltanto verso coloro che sono già clienti e che hanno un rapporto consolidat­o con Enel Energia». Se è una coincidenz­a, la festeggiam­o. Se abbiamo contribuit­o a convincere Enel che così non si poteva andare avanti, ne siamo felici. Nel dubbio, non rispondete al telefono.

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