Le accelerazioni spaventano ma sono eccitanti
Più passa il tempo, più bisogna avere il coraggio di provare cose nuove e di rimettersi in gioco
I cambiamenti portati dal nuovo 7 hanno provocato la perplessità di alcuni lettori. Adesso vi spiego perché non dovete preoccuparvi
CARO SEVERGNINI, nel nuovo 7 qualcosa non mi convince. A colpo d’occhio, le pagine mi sembrano troppo bianche. Spazi vuoti, un po’ per l’interlinea abbondante, un po’ per la giustezza a bandiera. Non lo so. Beninteso, meglio così che i caratteri tutti appiccicati, che uno vecchio come me fa una fatica maledetta. Ma sembra un po’ quando la domenica nel tema a casa si scriveva largo per riempire le quattro facciate. Io 7 lo leggo in bagno (absit iniuria verbis). Ebbene, prima mi durava una settimana, adesso martedì è già finito. Forse mi mancano i polpettoni storici a puntate, adesso è tutto più veloce e leggero, e forse ha ragione lei. Ma insomma glielo volevo dire e le sono affezionato lo stesso.
Lucio Zucchi luciozucchi@gmail.com
OUT OF THE BOX non è una rubrica di posta, come quella che ho tenuto su SETTE dal 2007 al mese scorso. Ma la sua lettera, caro Zucchi, è intelligente, affettuosa e riassume i dubbi di alcuni lettori. E questi dobbiamo pubblicare, non i complimenti (per fortuna arrivano anche quelli!). Cos’è successo? Semplice. Mi è stato chiesto d’inventare un nuovo 7, ho messo in piedi una squadra formidabile (residenti e nuovi arrivati, insieme); e ci stiamo provando. Non perché SETTE non andasse bene. Perché nella vita – anche nella vita dei giornali – bisogna cambiare. E provare a raccontare il mondo che cambia. Ho lettori di tre generazioni – è la cosa di cui vado più orgoglioso – e continuerò a parlare a tutti. Il linguaggio del nostro 7 è pulito, i titoli chiari, le fotografie luminose, la grafica stimolante, gli argomenti sempre diversi. “Una sorpresa in ogni pagina!”, mi hanno detto a Padova, qualche giorno fa. “Fosse vero” ho risposto “Così non annoiamo”. Ma lo sappiamo: le sorprese, anche le belle sorprese, creano agitazione. Le novità possono risultare faticose. L’accelerazione che abbiamo impresso a 7 – evidente fin dalla copertina (una sola domanda, niente richiami, nessun personaggio) – è piaciuta molto ad alcuni e ha spaventato altri (anche qualche collega, devo dire). Invece, non c’è nulla da temere. Le accelerazioni spaventano, ma sono eccitanti. Un magazine è come una motocicletta: per star su deve andare avanti, non può fermarsi. Lo stesso vale per tutti noi. Rinunciare alle abitudini può essere liberatorio, a ogni età. Anzi, sapete cosa penso, sotto i miei capelli bianchi? Più passa il tempo, più bisogna avere il coraggio di provare cose nuove e rimettersi in gioco. Ne guadagnano le nostre sinapsi, il nostro umore e la vita di chi ci sta intorno.
Todo cambia, cantava Mercedes Sosa. Ci portiamo dietro le cose belle (un settimanale di carta è un oggetto romantico) e portiamo avanti le cose nuove (siamo sbarcati finalmente sul web e sui social): tutto con lo stesso entusiasmo. Le novità non spaventano il
Corriere della Sera, le assicuro. Non resterò a lungo alla guida di 7 (è una promessa); ma prima voglio vederlo volare, e accadrà. PS: Ci legge in bagno? Quale onore, Lucio! Il bagno è il tempio della lettura, il Pulitzer del giornalismo periodico.