L’amore ai tempi della sharing economy
Quattro coppie (due internazionali) nate grazie alle app. Non quelle usate per rimorchiare, ma quelle “di servizio”, pensate per affittare case o condividere viaggi in macchina. Perché il destino vince sugli algoritmi
IL MONDO OGGI È APPARENTEMENTE dominato dagli algoritmi: schemi matematici in grado di suggerire persino l’anima gemella. Ma Cupido è dispettoso, ama tirare le frecce ancora bendato, la matematica non sarà mai il suo mestiere. Dimenticate allora Tinder o altre applicazioni per rimorchiare. Ci sono amori nati da app pensate per tutt’altro: affittare case private ( Airbnb), ospitare o venire ospitati su un divano ( Couchsurfing), condividere un viaggio in macchina ( BlaBlaCar). La foto di un Buddha, un cappotto dimenticato, un cielo stellato dipinto. Tre oggetti, una storia d’amore. Quella tra Giulio e Yilin, iniziata due anni fa. Lui, Giulio Frigo, affermato e inquieto pittore vicentino di 32 anni, affittava la casa milanese su Airbnb; lei, Yilin Xu, nata in Cina 25 anni fa e trasferitasi a Milano nel 2013 dove ha studiato all’Accademia di Brera (come lui, anni prima), assisteva dei manager cinesi che si erano ritrovati senza hotel: «Ho proposto Airbnb», racconta Yilin, «perché è divertente conoscere la struttura
di una casa privata attraverso le foto proposte dai proprietari. Quella di Giulio andava bene, e l’ho scelta per l’immagine di un Buddha che mi ha colpito. Conta molto l’istinto estetico, l’analisi delle immagini, le descrizioni». Il primo vero incontro avviene qualche giorno dopo
il contatto digitale: «Ci siamo visti di persona per poco», racconta Giulio, «perché dovevo restituirle un cappotto che uno degli ospiti aveva dimenticato a casa mia. Solo cinque minuti, ma non riuscivo più a togliermela dalla testa. In seguito l’ho pazientemente corteggiata e ora eccoci qui, insieme da due anni». Subito dopo quella chiacchierata, precisa Yilin, «ho ricevuto un messaggio da Giulio, che partiva per il Giappone e mi invitava a vedere la sua mostra alla galleria di Francesca Minini, e a incontrarci non appena sarebbe tornato. La mostra mi ha impressionato, per lo spazio della luce e lo spazio nelle opere. In particolare, un’opera con il cielo blu e le stelle». Giulio torna dal Giappone, rivede Yilin: lui racconta
il suo viaggio, lei gli spiega la Shui mo hua, la pittura orientale di china su carta. «Abbiamo parlato delle differenze tra Giappone e Cina, poi ho accettato il suo invito a uscire a cena», dice Yilin, che ogni tanto dà una mano a Giulio come assistente nello studio in via Gola, zona Navigli di Milano, condiviso con la filmaker e fotografa Agne Raceviciute, conosciuta durante un periodo in residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Il mese scorso, Giulio e Yilin sono andati insieme in Cina: a Hong Kong, Pechino, Hangzhou e Shanghai. «È stato bellissimo tornare dove sono nata, con una persona dalla cultura diversa». Giulio ha fatto incetta di inchiostri, pennelli, stoffe, carta ed entusiasmo: «Voglio dipingere su seta».
COUCHSURFING, LETTERALMENTE “SURF DA DIVANO”, è un modo economico ed empatico per viaggiare e incontrare persone locali; o altri viaggiatori. Federico Alessandro Maria Bozzi (classe 1988), detto Fez, quattro anni fa era a Barcellona e usava la piattaforma. Un giorno riceve un messaggio da Lorena, una ragazza catalana che con un un’amica voleva fare conversazione d’italiano: «Si trattava, scoprii dopo, di un messaggio mandato ad altre sei persone, dopo una accurata selezione delle foto del profilo e commenti», dice Fez, che prepara diligentemente un frasario spagnolo-italiano e incontra Lorena al bar Milano: «Era sola, non parlava italiano, per lei era un appuntamento: la serata va bene, ma non ingraniamo. Ci rivediamo, e lei porta un’amica, Helen, di Edimburgo. Alla fine a Lorena regalo il frasario, con Helen ci scambiano i numeri… Stiamo assieme da quattro anni, traduciamo libri dall’inglese all’italiano, viaggiamo ogni volta che possiamo, ma facciamo base a Vermezzo (Milano), dove sono nato».
ALTRE VOLTE CUPIDO può nascondersi nel portabagagli di un’auto, come quelle condivise sulla piattaforma BlaBlaCar, che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo e passeggeri che desiderano viaggiare nella stessa direzione, permettendo di condividere le spese di benzina e pedaggio. Carlotta Addante, 29 anni, giornalista, e Fabio Laghi, 28, ingegnere, si sono conosciuti il 6 novembre 2015 sulla tratta Milano-Ravenna, città originaria di entrambi. Lui al volante, lei passeggero. «Da tempo usavo la app per tornare dalla mia famiglia nei fine settimana. Prendevo sempre il passaggio di una ragazza con cui mi trovavo bene per guida e compagnia», racconta lei. Il caso vuole che in quel pomeriggio d’autunno l’autista abituale di Carlotta non sia disponibile. Tocca trovarne un altro. La scelta cade su Fabio. Durante il viaggio, condiviso con altre tre persone, scoprono di avere molte cose in comune. «Sembrava di conoscersi da sempre», raccontano. Carlotta parla della sua passione per il boogie-woogie: ha in programma di andare a ballarlo il giorno dopo in una balera di Ravenna. Fabio è incuriosito, lei gli propone di seguirla, «così vedi com’è». Alla fine del viaggio l’invito sembra caduto nel vuoto, ma Fabio richiama Carlotta: «Mi sono detto: questa ragazza
sembra interessante, ha una simpatia esplosiva. Vorrei rivederla». «Siamo arrivati al locale ognuno con la propria macchina, così se mi fossi annoiato avrei potuto andarmene senza problemi», ricorda. La serata si rivela divertente e Fabio balla il boogie per la prima volta. Dall’agosto 2016 Carlotta e Fabio vivono insieme. Continuano a viaggiare – e ballare – in giro per il mondo, spesso con Airbnb, e a tornare a Ravenna con
BlaBlaCar, ospitando altri passeggeri.
MA LA SHARING ECONOMY NON È GALEOTTA
solo per i Millennials. Alessandra M. e Fabio E. sono due cinquantenni, professionisti del marketing e della comunicazione. Anche loro si sono conosciuti in un viaggio Milano-Roma nel 2015 e, dopo 5 mesi e 28 giorni, si sono sposati. «In chiesa, in bianco e con le bomboniere. Almeno su questo siamo andati sul tradizionale», racconta lei sorridendo. «Stavo cambiando lavoro e dovevo andare a Roma per un colloquio», ricorda. «Non ero riuscita a trovare il treno. Una giovane collega mi suggerì BlaBlaCar. Scaricai la app e scelsi un guidatore coetaneo». All’appuntamento per la partenza, vicino alla stazione metropolitana di Rogoredo, Alessandra non pensa che Fabio possa essere l’uomo della sua vita. «Era basso», ride, «a me piacciono quelli alti. Ma avere preconcetti, nella vita, può precludere molte opportunità». Non è stato un colpo di fulmine, ma «un colpo di fortuna», come amano ripetere, «perché siamo, l’uno per l’altra, ciò che abbiamo sempre cercato». Il viaggio fila via veloce. Lei è seduta accanto a lui, sui sedili posteriori ci sono altri tre passeggeri. «Tutti professionisti. Più che una macchina sembrava un salotto, le conversazioni erano interessanti. Nell’ultimo tratto di strada siamo rimasti solo io e lui e lì, altra fatalità, abbiamo scoperto di lavorare in settori simili. Gli ho lasciato il mio curriculum perché mi aveva detto di avere dei contatti a cui inoltrarlo». Arrivati a Roma si salutano, convinti di non rivedersi più. Ma, dopo qualche giorno, Fabio scrive ad Alessandra per sapere come è andato il colloquio.
Seguono vari inviti a cena tra Milano e la capitale e poi, dopo 18 giorni, la proposta di matrimonio.
«Avevamo avuto entrambi relazioni importanti, ma mai lo slancio per le nozze», confessa. Come da prassi, dopo il viaggio, Alessandra aveva lasciato un feedback, una recensione sul guidatore, che può aiutare la scelta di altri passeggeri. Scriveva: «Da Milano a Roma, un viaggio dentro la serenità di una guida sicura, sapiente e fluida, come solo si può provare sul tappeto delle favole». E da allora il loro tappeto magico, proprio come nelle fiabe, non ha mai smesso di volare. Con buona pace degli algoritmi.