60 UNA GIORNATA ANNI SESSANTA
Vietato: fare tappezzeria, parlare troppo, andare al mare se cicciotte. Permesso: arrivare in ritardo, trovarsi un amante (meglio se un ufficiale di cavalleria). Obbligatorio: sposarsi (felicemente). Lezioni d’amore vintage dai manuali di mezzo secolo fa
LA SCORSA SETTIMANA ho provato a vivere per un giorno seguendo i precetti dei vecchi manuali per signorine. E ho appreso, tra l’altro, che la “donna di una volta” non va al bar senza un cavaliere. Così, al posto del nostro consueto spritz, ho invitato le mie amiche per un tè, dribblato le loro emoticon di scherno e servito «due thermos di tè bollente e una varietà dei sandwiches suggeriti in queste pagine» ( Enciclopedia della Fanciulla, 1964). Solo qui l’esperimento ha traballato: offrire «pane imburrato, mayonnaise e formaggi» nel 2017 è come offrire oppio, cocaina e crack. Per il resto i vecchi manuali reggono. Ne ho studiati una ventina: hanno una risposta per ogni sfaccettatura del tema che monopolizza il 70% della conversazione: i problemi di cuore.
DEFINIRE L’OBIETTIVO
«Per la donna, il matrimonio è il vero, grande, unico successo. Ma, come so che duecento Indignate mi scriveranno protestando (“Figuriamoci! Meglio la morte! I tempi sono cambiati!”), so anche che la massa delle donne rifiuta di considerare il proprio problema. Se ciascuna, infatti, ammettesse onestamente di desiderarla, si potrebbe preparare con serietà alla sua vera carriera. Serbandosi saggia, casta, pulita; imparando cucina, economia domestica, rammendo; scegliendo una carriera conciliabile con il matrimonio perché una hostess in attività di servizio o una giovane diva non costituiscono evidentemente le mogli ideali». (Irene Brin, “Galateo”, 1953).
«Siate serie, avare, calcolatrici, cocciute, scettiche, ciniche. Il compenso? La virtù è premio a se stessa» ( Il sesso diabolico, 1955)
Sulla saggezza (mia e delle mie amiche) non so pronunciarmi. E nemmeno sulle nozze: da vari lustri, in Italia, diminuiscono di 10mila l’anno. Minimo storico, nel 2014 sono state 189.765. Nel 1953, anno di questo “Galateo” erano stati 340mila. Andiamo male nel rammendo? Eppure qualcuna è miracolosamente coniugata. Con uomini che cucinano meglio di noi.
TROVARE UN FIDANZATO
«I “quattro salti in casa”, ricordo d’altri tempi per gli adulti, sono abituali per i giovani. L’unico inconveniente è quello delle ragazze che fanno tappezzeria. Loro stesse devono sdrammatizzare, evitando di assumere arie immusonite. Se la padrona di casa vede una ragazza “fare tappezzeria” pregherà un giovane di buon cuore di farla danzare. Ma mai una tappezzeria dovrà ballare con un’altra: lo squallore sarebbe completo». (“Enciclopedia della donna”, 1963).
«Fino alle nozze, rammentare Ovidio: militiae species amor est, l’amore è guerra». ( Il sesso diabolico, 1955)
Alle nostre feste non balla quasi nessuno; ogni tanto le donne, in cerchio, malino. Un equivalente semovente della vecchia “tappezzeria”?
TROVARE UN FIDANZATO/2
«Persuasa che da una vacanza estiva possa fiorire il fidanzamento della figlia, la madre previdente la sottopone a un esame. Alta un metro e sessanta pesa 80 chili? Montagna e gonne a campana. Gambe affusolate e un busto da statua? Spiaggia
e bikini. Il reggiseno non avrà, però, le proporzioni di un paio di occhiali da sole: l’immodestia, se attrae i mosconi, respinge i partiti seri» (Donna Letizia, “Il saper vivere”, 1960). Approccio pragmatico. Ma almeno tutta la stupidera contemporanea della “prova costume” acquisterebbe un senso: trovarsi il fidanzato.
STANDARD DI CAVALLERIA
«Arrivate con cinque minuti di ritardo; lui sarà lì ad aspettarvi. Lasciate che vi apra e che vi chiuda le porte. Se vi cade il braccialetto, guardatelo con aria un po’ sperduta e chiedetegli di raccogliervelo. Pagherà e darà le mance. Vi metterà e toglierà il mantello. Vi offrirà il braccio per proteggervi in strada». (Mary Young, “Quel certo non so che”, 1960). Un compendio che ci fa sospirare tutte, mentre collezioniamo aneddotica su conti alla romana e buche epocali. Non esistono più gli uomini di una volta! Ma forse non è un male: secondo la ricerca I sultani, di Gabriella Parca (1965) il 66% voleva sposare una donna vergine, il 71% andava con prostitute e l’81% rimpiangeva «di cuore» le case chiuse; il 51% tradiva «senza patemi», e quasi tutti i mille intervistati separavano rigidamente sesso e amore. I maschi di oggi sembrano un po’ meno «sultani». Nel dubbio, raccolgo volentieri da sola il mio braccialetto.
«FARSI I FILM»
«L’ha guardata? Significa che l’ama, la vuol conoscere, conquistare, sposare. Se lui si limita a parlare di sport o di studio, la Delusa e Scoraggiata mi interroga convulsa: “Quali sono le sue intenzioni?”. Se le rispondo: “Discutere con te gli argomenti che lo interessano”, replica: “Allora, non mi ama?”. Se le garantisco che già il desiderio di chiacchierare con lei e non con un’altra indica un minimo di preferenza, la Forse Rasserenata esulta: “Se mi preferisce, mi ama. Se mi ama, mi sposa”. Non varrebbe rammentarle che le conviene aspettare, limitarsi alle conversazioni, non esigere e non imporre promesse. No, già trasformatasi in Sposina Bambina Adorata sta spiando, furiosamente, le reazioni dell’ignaro. Che, tra un anno, figurerà nell’archivio sentimentale di lei come Mascalzone Traditore». (“Galateo”, 1953). Dedicato all’amica che protesta: «Chatta con me, ma non mi chiede di uscire». Niente da aggiungere.
GESTIRE UN FIDANZATO O MARITO/1
« La moglie deve dimenticare se stessa, tutta dedita al benessere del suo Re. A pranzo lasciate che sorbisca da solo il suo surrogato senza tediarlo coi vostri chiacchiericci. In ogni lite abbia lui l’ultima parola; se guarda tutte le donne, non spegnete il vostro sorriso e fategliele notare voi stesse: “hai visto che bel tipino?”. Lui non avrà visto niente» . (“Diplomazia femminile”,1945). Parole di grande saggezza. Che fanno suonare melodioso anche un lemma fin qui detestabile: zitella… Meglio che insieme a un «Re» così!
GESTIRE UN FIDANZATO O MARITO/2
«Se, per caso, il vostro bambinone non fosse in vena di russare… siate condiscendente, sì, ma non troppo! …mai a sazietà, e sempre con una certa preziosità: anche i piatti più squisiti, ammanniti tutti i giorni, vengono a noia; quindi sappiate regolarvi, sposine innamorate, e dosare, dosare» . (“Diplomazia femminile”,1945). Ma come? Con tutta la fatica che «la sposina» aveva a questo
«Le armi di Eva: modestia, fascino, lusso, cura di sé, fragilità, mistero, delicatezza, gentilezza» ( Il sesso diabolico, 1955) Nella generazione che ama il vintage, l’etichetta di una volta va forte: non a caso è una 29enne a gestire l’e-commerce di libri d’epoca Libri-belli.it
punto fatto per maritarsi?
CORNA (PORTARLE)
« Se le infedeltà sono il suo unico cruccio, ma appunto perché plurali non hanno peso, né vietano al marito di essere garbato con lei, la signora cerchi d’indulgere. “Puniscimi ma perdonami” è la formula dei mariti colpevoli. “Pensa ai figli”. La signora non risponda “I figli devono saperlo. Me ne vado”: a questa risposta, i colpevoli istantaneamente si assolvono, e i rimorsi danno luogo alla preoccupazione, più sopportabile, che l’eco della lite giunga ai domestici». (Elena Canino, “La vera signora”, 1952). Realpolitik pura (e scritta 22 anni prima del referendum sul divorzio). Brava chi ce la fa. Forse.
CORNA (METTERLE)
«L’amante: la signora non abbia fretta a far questo passo. Meglio, comunque, seguire i criteri che la guidano nella scelta di una sarta: non un debuttante senza esperienza, né un dilettante che a spese altrui impara il mestiere, né una celebrità che al prezzo della confezione aggiunge quello della firma. Gli ufficiali di cavalleria sarebbero gli amanti ideali, peccato che l’istituzione sia andata perduta: se le cose andarono male con Wronsky e qualche altro, la colpa non fu dell’arma, ma di quelle sconsigliate Anne Karenine che non stanno al gioco e non hanno pace finché di uno spensierato amante non hanno fatto il centro di un dramma
». (Elena Canino, “La vera signora”, 1952). Esperienza, lucidità, discrezione, cavalleria. Ma quale amante ideale, quest’uomo andrebbe sposato! 2. Fine
«Le più squisite sfumature del romanzo amoroso? I fiori dell’inibizione e della colpa» ( Il sesso diabolico, 1955) @ _ IRENE S O AV E