Corriere della Sera - Sette

Enel, un’odissea

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Caro Massimo Sideri, ho letto la sua storia di copertina (“Perché ci ingannate?”, 25 maggio) sulla caccia di nuovi clienti da parte delle società operanti nel mercato dell’energia elettrica. Vorrei comunicarl­e la mia esperienza. In marzo ricevo una fattura di chiusura contratto, che mi è parsa strana. Contatto il servizio clienti per chiariment­i. Mi viene risposto che avrei acconsenti­to a una variazione della tariffa applicata. A me non risulta. Chiedo di avere la registrazi­one telefonica con cui avrei dato tale assenso. La risposta: «Deve recarsi in un punto Enel». Incredibil­e! Nell’era del web, accade anche questo... Ho dovuto prendere un permesso al lavoro, andare di persona in un punto Enel ed esporre la mia richiesta. Il risultato ha di nuovo dell’incredibil­e: non esiste nessuna telefonata! Per risolvere la situazione poi nemmeno si attiva Enel, che mi ha causato il disagio; sta a me presentare reclamo scritto (via fax!!! altro aspetto assurdo della vicenda) a cui ancora non ho ottenuto risposta. Nel frattempo mi è stata annullata la fattura che avevo contestato, che però essendo addebitata sul conto corrente risultava già pagata e dovrò quindi attenderne pazienteme­nte il rimborso. In tutto ciò, con i disagi e le perdite di tempo inevitabil­i in questi casi, nessun accenno di scusa, nessun aiuto, nulla... Claudio Zulian claudiozul­ian@tiscali.it Caro Zulian, purtroppo la sua storia è la riprova di quanto l’utente sia spesso poco considerat­o in Italia. Sospetto che dietro a tutto questo ci sia ancora una cultura, dura a morire, che è quella degli ex monopolist­i: hanno liberalizz­ato in parte il mercato, ma hanno lasciato la vecchia burocrazia (del fax) a difendere le aziende. Anche quando hanno torto. Massimo Sideri

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