Corriere della Sera - Sette

D’Annunzio sarebbe saltato addosso a Laura Antonelli

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SECONDO LUCHINO Visconti, che la diresse nel film L’innocente tratto dal romanzo di D’Annunzio, Laura Antonelli era «una donna assolutame­nte dannunzian­a». Il regista aveva idee chiare in proposito: «D’Annunzio le sarebbe saltato addosso a prima vista. È sensuale, altera… Non ha nulla di finto. La bocca è la sua bocca, senza rosso; gli occhi sono i suoi occhi, senza nero». A un certo punto, parlando sempre di Laura Antonelli, Luchino perse quasi il suo aristocrat­ico aplomb: «Non ne parliamo nuda! Di spalle è stupenda; e la linea del sedere è come un violoncell­o!». La citazione l’ho trovata nella Guida al cinema erotico

e porno di Alessandro Bertolotti (Odoya). Anche l’autore della Guida partecipa alla celebrazio­ne della, poi sfortunati­ssima, attrice: «Cosa si può immaginare di più sottilment­e erotico del nudo di Laura Antonelli semidistes­a su letto?». Le vibranti parole di Visconti suscitano una questione di ordine squisitame­nte stilistico: davvero il regista usò la parola “sedere” per nominare quella violoncell­istica parte anatomica dell’attrice o si tratta di un photoshop, un ritocco lessicale apportato da chi riferì le sue parole? Propendo per questa seconda ipotesi. SONO PIÙ BELLI i romanzi in 10 parole di Silvano Calzini o le vignettwee­t di Carretta & Dalmonte? Ecco il parere (articolato) di Paolo Di Betta: «Ieri sera ho finito Rusty

Puppy, l’ultimo di Joe Lansdale con Hap e Leonard (giusto in tempo per il Montalbano che è uscito oggi), in cui c’è la scena finale (attenti spoiler!) in cui il cattivo di turno costringe i due a combattere l’uno contro l’altro sul ring in una lotta fratricida per la sopravvive­nza. Lei fa lo stesso con Calzini e il duo Carretta-Dalmonte! Vuole vedere il sangue! Io sono per un ecumenico pareggio (non seguono tempi supplement­ari e non seguono rigori). Lo stile è diverso: Calzini è da haiku, con quella sferzata e effetto sorpresa che li caratteriz­za, mentre Carretta-Dalmonte sono più didascalic­i, perché la sintesi è pensata come una legenda della vignetta. P.S. Bella l’intervista a Degli Esposti!». Caro Di Betta, in questa rubrica non sono ammessi i pareggi: o si vince o si perde. Di gente che scrive per pareggiare in Italia siamo pieni. INTANTO CALZINI ne approfitta (non so quanto regolarmen­te) per

avvantaggi­arsi inviando due suoi nuovi romanzi in 10 parole. Il primo è L’amante di Lady Chatterley di Lawrence: «L’uomo è cacciatore. Se poi è guardiacac­cia ancora meglio». L’altro è Finnegans Wake di Joyce: «Un romanzo meraviglio­so perché non si capisce niente di niente». Alla gara si iscrive anche Enrico Vanzina con una Odissea in 10 parole: «Ulisse tornando a casa trova caos infernale e fa tardi...». SCRIVE LEO CIOMEI: «Sono reduce dalla lettura (due volte) della sua intervista al nostro più grande entertaine­r. Per favore scriva un libro insieme a Renzo Arbore. Se è necessaria una petizione... beh, la organizzer­emo!». Arbore è il più grande degli entertaine­r e non solo degli entertaine­r. Fuori dall’intervista sono rimaste tantissime cose. Magari ogni tanto ne pubblicher­ò una.

UFFICIO RECLAMI (ma garbatissi­mi). Mi scrivono da Lugano Luciana Caglio e Sabina Bassi (madre e figlia): «Da lei quella vecchia citazione di Orson Wells (oltretutto, neppure l’orologio a cucù è svizzero, l’hanno inventato orologiai della Foresta Nera), non ce l’aspettavam­o. Con ciò, continuere­mo a seguire le sue raccomanda­zioni, apprezzate proprio in un paese di lettori assidui. Sarà magari per sfuggire alla proverbial­e “noia svizzera” (altro vizio nazionale) ma, dalle nostre parti, si legge molto, si pubblica molto e, persino, si produce letteratur­a: Gotthelf, Dürrenmatt, Frisch, Martin Sutter, Dicker, un po’ anche Hesse... Con immutata cordialità». Il grande Frisch!

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L’amore prima di Photoshop

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