MACCHINE DEL TEMPO
Le strade di Reinhold Messner
C’È UN UOMO SULLA TERRA che è salito più in alto di tutti. Ha tentato per 30 volte di scalare le montagne che superano gli 8mila metri: 18 volte ha raggiunto la cima, 12 ha dovuto rinunciare. Ha guardato il mondo da tutte le “Seven summit”, le sette vette più alte nei vari continenti, Antartide compresa. Oltre a queste, Reinhold Messner, ha conquistato altre 3mila cime, dalle Alpi alle Ande. Sommando le sue scalate, è salito in cielo per un totale di oltre 1.500 chilometri. Quelli che ha fatto in orizzontale, col volante in mano, lo hanno emozionato meno. «Per me l’auto serve solo per andare da Aa B, punto. Noi, da sempre, abbiamo solo nel ritmo dei passi quello per conoscere a fondo ciò che vediamo attorno. Abbiamo camminato per milioni di anni, prima come animali poi come esseri umani, e questo resta l’unico sistema per capire ciò che ci circonda. Possiamo anche correre, ma se lo facciamo vediamo meno». Camminare aiuta anche a meditare, non si dovrebbe farne a meno, «ma riconosco che senza l’auto la mia vita sarebbe stata profondamente diversa. Per la nostra generazione, soprattutto per chi come me vive in montagna, è indispensabile: mi ha permesso di andare al cinema, di portare i miei figli a scuola, mia moglie al ristorante». La prima vettura è stata una 500: «Ci caricavo tutta la mia attrezzatura da montagna e i miei compagni di allora per andare a scalare». La conquista delle cime è quindi cominciata anche tirando la levetta che accendeva una vecchia Fiat. Poi è proseguita in qualche misura anche grazie a una Porsche. «Ne avevo una, che ho venduto nel 1980 per pagare alla Cina il permesso per scalare l’Everest per la seconda volta. Al ritorno dal Tibet con l’aereo sono arrivato in Germania e la Volkswagen, dopo una cena di festeggiamento con il loro amministratore delegato che compiva 60 anni, mi ha regalato una Golf. Così non sono rimasto a piedi».