Corriere della Sera - Sette

OCCHIO NON VEDE

La macchina del tempio

- di Giuseppe Di Piazza

LA CONTAMINAZ­IONE VISIVA È MOLTO FORTE: la sacralità dell’Iftar, rottura serale del digiuno durante il Ramadan, mischiata alla funzione totemica dell’automobile. Siamo a Dubai, alla fine di una giornata di culto. Gli uomini in ginocchio si apprestano – dopo aver recitato il Maghrib - a mangiare i datteri, un gesto che omaggia la memoria del Profeta e il modo in cui, nei primi anni del settimo secolo, spezzò il suo digiuno. Le tovaglie lunghe decine di metri danno all’insieme un aspetto da enorme ristorante da campo. Con un intruso, simbolo fortissimo e per niente

spirituale: una vettura dall’apparenza asiatica. Un concentrat­o di tecnologia, parcheggia­ta nel mezzo di un ristorante, circondata da centinaia di persone che si preparano a interrompe­re, con sollievo, la lunga giornata di astinenza dal cibo, dal fumo, dal sesso. Fatte le proporzion­i, questa immagine ricorda la scena che si vede in certi mercati rionali dove qualcuno, dimentican­dosi dell’arrivo delle bancarelle, ha lasciato la propria auto in sosta. Di solito a questo punto qualcuno chiama il carro attrezzi. A Dubai, con spirito più tollerante, si sono limitati ad apparecchi­are intorno. Dubai, Emirati Arabi Uniti. Dopo la preghiera, la rottura del digiuno. ©François Nel/GettyImage­s

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